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a cura di Avatar photo

Noi di Bricoliamo abbiamo visitato MyPlant & Garden, la nuova manifestazione milanese del florovivaismo, durante la prima giornata, mercoledì 25 febbraio, e nonostante la diffidenza iniziale (della serie: “un’altra fiera sul florovivaismo!?!”), già dopo un primo giro sommario abbiamo avvertito qualcosa di strano nell’aria.

Aggirandoci per i corridoi abbiamo capito che stavamo visitando una fiera fatta con il cervello e con il cuore.

Sono almeno dieci anni che visitiamo fiere dove quasi mai vediamo la presenza del “cervello” e il “cuore” concedetecelo è una vera rarità. In MyPlant & Garden l’organizzazione degli spazi, del lay out e la disposizione degli espositori è stata certamente curata nei minimi particolari e le aree dedicate ai servizi, o più banalmente gli spazi che non sono stati occupati da espositori, sono state apparecchiate con grande gusto.

L’area Meeting e le aree dedicate ai convegni erano disegnate e arredate all’insegna del design più moderno ed elegante, mentre gli spazi non occupati dagli espositori hanno rappresentato una buona occasione per proporre installazioni di design, semplici ma molto gradevoli e scenografiche: niente a che vedere con le due panchine e la palina “area relax” a cui ci hanno abituati molte, moltissime fiere.

Per essere ancora più chiari abbiamo realizzato un filmato in cui potete vedere con i vostri occhi quello di cui stiamo parlando.

Intendiamoci, quella di cui stiamo parlando è una prima edizione di una fiera che si affaccia su un mercato certamente non facile.

E’ evidente che se non si parte da questo presupposto si può anche manifestare una certa delusione dopo la visita: MyPlant & Garden si estendeva su due padiglioni (uno completamente riempito di stand, l’altro decisamente meno) con la presenza di un po’ più di 200 aziende (che potevano arrivare a 300 con i marchi rappresentati), quindi una dimensione lontana dal poter essere rappresentativa della completezza di un mercato tanto vasto come è quello del florovivaismo e del verde in generale.

Quello che pensiamo noi di Bricoliamo è che sia ingiusto non tenere conto delle difficoltà di una prima edizione, soprattutto se l’organizzazione è totalmente “privata” (Fiera Milano ha fatto solo da “affitta camere”): un gruppo di aziende riunite all’interno del consorzio Myplant (nato proprio con lo scopo di dare il via alla manifestazione) e VG Crea, una segreteria organizzativa con una ventennale esperienza in campo fieristico e che già aveva avuto modo di esprimersi positivamente sui temi del verde con l’organizzazione dello spazio Home Garden all’interno di Macef.

La vera discriminante che avrebbe potuto decretare il successo o il fiasco di questa prima edizione di MyPlant & Garden era l’afflusso di visitatori.

Ebbene, sulla base dei dati e dell’entusiasmo degli organizzatori, l’obbiettivo sembrerebbe raggiunto: 8.500 operatori economici qualificati si sono registrati alle reception della manifestazione.

E’ andata molto bene, oltre le aspettative – sottolinea Gianpietro D’Adda, presidente del consorzio Myplant -. Il debutto di Myplant è motivo di grande soddisfazione per le aziende del Consorzio e per l’organizzazione con cui abbiamo dato vita alla kermesse. Abbiamo avuto modo di apprezzare la qualità dei visitatori, tutti in target con le esigenze della filiera: preparati, motivati, professionali, ottimisti. Sono stati firmati ordini, si sono conclusi tantissimi affari. Avevamo bisogno di ritornare ad avere una manifestazione importante, il comparto tutto ne ha bisogno. Questa prima edizione è stata un punto di partenza: da qui inizia un nuovo percorso di crescita. E la fiera crescerà, aumenteranno gli espositori, i visitatori, le superfici, l’assortimento”.

Lo stesso entusiasmo e la stessa determinazione la troviamo nelle parole di Valeria Randazzo, titolare di VG Crea, la società organizzatrice.

Vogliamo diventare il riferimento unico, “chiavi in mano”, per il settore: tutto ciò che serve alle imprese della filiera, dalla ricerca, al prodotto, alla vendita, con tutte le fasi intermedie, sarà rappresentato in Myplant”.

Che una fiera come MyPlant sia una necessità per il mercato – continua Valeria Randazzone abbiamo avuto conferma in questi giorni, durante i quali moltissime aziende che sono venute a visitare Myplant, hanno raccolto informazioni sulla prossima edizione. Così come molti espositori ci hanno già dichiarato l’intenzione di riconfermare la propria presenza nel 2016, ma con metrature più importanti”.

Se l’aspetto del numero di operatori in visita ad una fiera è molto importante, il fatto che grazie a tale afflusso le aziende espositrici riescano a concludere buoni affari è fondamentale.

Anche in questo senso però sembra che le cose siano andate piuttosto bene.

Gli espositori sono contenti di MyPlant proprio perché hanno concluso affari – sottolinea Gianpietro D’Adda -, hanno aperto nuovi canali, allacciato nuovi rapporti, incontrato buyer in linea con le loro esigenze: buyer di filiera, ma anche molti compratori di altri settori, privati e pubblici. Molto importanti sono state anche le delegazioni ufficiali dei buyer esteri, circa 50, alle quali si sono aggiunti altri buyer stranieri, per lo più europei e mediorientali, attirati da questa “scossa” che abbiamo provocato. Alcuni di loro rimarranno in Italia anche settimana prossima per affinare gli ordini e visitare le sedi di diversi espositori che hanno incontrato in fiera”.

Siamo sicuri che queste dichiarazioni siano al “lordo” dell’entusiasmo, tuttavia qualsiasi conto vogliamo fare, abbiamo la sensazione che il “peso netto” sia comunque importante e che possa far ben sperare per il futuro.

Marzo 2015

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