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LA BICI FOSFORESCENTE
a cura di Avatar photo

La Pure Fix Cicles di Burbank nella contea di Los Angeles è riuscita a mettere a punto la giusto formulazione per realizzare una vernice idrorepellente e fosforescente.

Grazie all’esito positivo di questa ricerca ha realizzato una linea di biciclette denominata Glow (che tradotto significa appunto “bagliore”) perfettamente visibile anche nelle ore notturne.

I modelli proposti sono tre: Hotel, Kilo e Zulu, ma ciascuno può decidere come comporre la propria bici scegliendo telaio, ruote e quant’altro. Il costo è contenuto e ammonta a 399 dollari (circa 280 euro).

Il telaio è in acciaio ad alta resistenza e i pneumatici sono progettati per la velocità e il confort della guida in città. Per renderla luminescente è sufficiente utilizzarla o parcheggiarla al sole: ad un’ora di sole diretto durante il giorno corrisponde un’ora di fosforescenza durante la notte.

L'articolo continua subito sotto...

La bici fosforescente è da prendere in seria considerazione soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati alla sicurezza.

In questi giorni Istat ha diramato i dati relativi al 2012 sugli incidenti stradali. Ebbene a fronte di una generale diminuzione del numero di incidenti (186.726 meno 9,2% rispetto al 2011) e del numero di morti (3.653 meno 5,4%) e feriti (264.716 meno 9,3%) nelle strade, sale del 2,5% il numero di ciclisti morti sulle strade italiane. Un trend di crescita costante che ha avuto il suo picco più drammatico nel 2011 con una crescita addirittura del 7,2% rispetto al 2010.

Con la crescita del 2012 il numero di ciclisti morti o feriti si avvicina vistosamente alla quota di 20 mila all’anno, superando la categoria dei ciclomotori.

D’altro canto il numero di biciclette e di ciclisti sta aumentando, non aumenta invece la sensibilità dei legislatori, degli amministratori che dovrebbero realizzare le piste ciclabili e di tutti gli organi che potrebbero offrire un concreto contributo alla sicurezza sulle strade di chi va in bicicletta, consentendo un decongestionamento del traffico, un miglioramento della qualità dell’aria e un contenimento delle spese in sanità perché andare in bici fa bene.

Un caso istituzionale su tutti che segnaliamo per la sua gravità e insensibilità: protagonista è l’Inail (Istituto nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) che lo scorso anno ha precisato che un infortunio in bicicletta che avvenga nel tragitto casa-lavoro è rimborsabile solo se avviene in “una strada aperta al traffico di veicoli a motore” e non su piste ciclabili o in zone chiuse al traffico.

Inoltre, per ottenere il rimborso il nostro lavoratore ciclista dovrà dimostrare di aver utilizzato la bici per mancanza di altri mezzi di trasporto (compresi quelli pubblici) e di abitare ad una distanza dal posto di lavoro da non consentirne il raggiungimento a piedi.

In sostanza, se usi la bici per scelta sociale ed ecologica sono fatti tuoi, se invece la usi per necessità ti conviene evitare le piste ciclabili e farti investire nel traffico della circonvallazione.

Dicembre 2013

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