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QUELLO CHE SEGUE È IL CAPITOLO 9 DEL LIBRO “TIME OUT: UN MOMENTO DI RIFLESSIONE SULLA TV SATELLITARE, INTERNET E IL DIGITALE TERRESTRE TRA TECNOLOGIA, POLITICA E CONTENUTI”, SCRITTO DA MAURO MILANI NEL 2005.

In ogni caso quello che possiamo fare al momento è solo registrare  le dichiarazioni dei protagonisti di questo sviluppo per verificarle nel prossimo futuro.

Un aspetto importante del digitale terrestre è per esempio legato alla gratuità, aspetto che dovrebbe essere in qualche modo obbligatorio perché  la sua proposta (che dal 2006 diverrà sostanzialmente un’imposizione) non è aggiuntiva all’attuale offerta, come nel caso dei canali satellitari, ma sostitutiva.

Quando il digitale terrestre sarà completamente operativo gli attuali canali Rai, Mediaset, La7, ecc. li potremo ricevere attraverso il set top box, in nessun altro modo.

Sarebbe quindi corretto che mantenessero completamente la loro caratteristica di gratuità. In realtà, già oggi, l’unico editore che sta sostenendo la tesi della completa gratuità è la Rai (Mediaset ha già annunciato la predisposizione di offerte a pagamento, per esempio le partite di calcio).

Carlo Sartori, presidente di Rai Sat , nell’ambito del convegno “Visionario” tenutosi nell’aprile 2004, ha dichiarato: “L’esperienza sinora maturata nei Paesi europei ha condotto all’affermazione del modello free rispetto alla pay-TV nel digitale terrestre. La scelta del modello free fa sì che lo sviluppo del digitale terrestre sia non semplicemente un problema tecnologico-commerciale di una o più imprese (come nel caso della pay-TV da satellite) ma la sfida di crescita di un intero Sistema Paese. L’Italia è in linea con il modello free prevalente in Europa“. 

Non ci crediamo, però speriamo e vigiliamo.

Quello che però è importante sottolineare tra le opportunità offerte dal digitale terrestre è l’interattività. Tutti ne parlano, molti a sproposito.

I manager della comunicazione più illuminati delineano il perimetro del concetto di interattività comprendendo i seguenti servizi: rispondere a questionari, ottenere informazioni personalizzate, home banking, consultazione guide e materiali TV, partecipare a sondaggi, fare attività specifiche di distrazione, partecipare a giochi, condizionare il sistema multicamera, home shopping e instant shopping.

Liquidata in questo modo l’interattività appare come un supporto tecnologico che si mette a disposizione del consumatore, il quale lo utilizza, pagando ben s’intende (l’interattività funziona comunque mediante una connessione telefonica a pagamento), o meno.

In più, se andiamo ad analizzare i singoli servizi che vengono compresi nel concetto di interattività, scopriamo che l’home banking, l’home shopping e l’instant shopping, sono già affermati, soprattutto il primo, nell’offerta internet, mentre la partecipazione a quiz, sondaggi e questionari è un’attività già ben presente nei programmi televisivi tramite telefono e sms.

Per quanto riguarda poi le informazioni personalizzate, la consultazione della guida TV e le attività specifiche di distrazione (cioè guardo un film, un evento sportivo o quant’altro e posso, contemporaneamente, accedere a informazioni scritte sui protagonisti), anche in questo caso mi pare di non intravedere nulla di nuovo sotto il sole: i programmi Tv li abbiamo già oggi a disposizione gratuitamente da Televideo e per pochi soldi dalle guide cartacee.

Mi dicono che con l’interattività saranno però bellissimi, con tante informazioni, con filmati, colori consultabili con facilità e rapidità. Non ci sono dubbi, sarà una guida Tv fantastica però, non so perché, ma ho la sensazione che il pubblico proverà una certa nostalgia per il vecchio Televideo gratuito.

Tutto questo per dire che quella che oggi viene chiamata interattività, in realtà, spesso, non sono altro che servizi già a nostra disposizione in una veste tecnologicamente più avanzata e raffinata.

L’interattività invece è una cosa serie, è il vero fronte dell’innovazione che può e che deve essere percorso dal digitale terrestre. Occorre però vincere la pigrizia e l’approssimazione, che della pigrizia è figlia, bisogna approfondire le riflessioni, ridare ai termini il giusto significato e ricordarci della lezione del Machiavelli (esperienza delle cose moderne e lezione delle antique).

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