L’acqua è un bene essenziale per l’umanità, ma lo è anche per i vegetali. Quando e quanta acqua dare alle nostre piante è quello che dobbiamo assolutamente sapere per conservare il nostro verde in perfetta forma.
Si sentono e leggono troppo spesso, consigli basati su antichi detti popolari senza fondamento che portano le persone ad un errato uso dell’irrigazione.
Quante volte ci hanno detto che le gocce d’acqua sul prato, possono bruciarlo per l’effetto “lente di ingrandimento”? Se così fosse, i tappeti erbosi dovrebbero scottarsi al sole, dopo ogni temporale
Le piante vivono come noi
Le piante si comportano fisiologicamente come noi: respirano, mangiano, bevono, e “sudano”.
Il nostro sudore consiste nel rilascio dei liquidi che assumiamo per evitare l’innalzamento della temperatura corporea sotto il sole.
Nel caso dei vegetali, questa si chiama traspirazione, e viene fatta principalmente attraverso le foglie.
Ciò fa dedurre che tanto più aumenta il caldo, quanto più si ha bisogno di bere, in entrambe i soggetti, uomini e piante.
Questa prima informazione serve a sfatare il mito che l’acqua va somministrata nelle ore notturne, che sono quelle in cui la temperatura è minore, in quanto non soleggiata.
Il momento più idoneo per far funzionare il nostro impianto in giardino, sarà dunque quello subito precedente alle ore più calde, affinché nel terreno vi sia la quantità d’acqua necessaria a far “sudare” le piante sotto il sole.
Maggiore è la temperatura giornaliera, maggiore sarà il fabbisogno di liquidi e la relativa traspirazione.
Per fare un ennesimo lampante esempio, pensiamo di trovarci in un deserto sotto il sole: avremo più sete di giorno o di notte? La risposta è chiaramente ovvia, e fa riflettere su quanto detto sopra.
Sia inoltre chiaro, che irrigare nel momento più caldo della giornata, non causa nessuno stress termico a prato o alberi dovuto alla differenza di temperatura tra acqua e terreno.
Al contrario bisogna dire che l’acqua, aggiunta al fresco notturno, favorisce la proliferazione di funghi, che sono i nemici soprattutto del prato.
Quanta acqua e come
Teniamo presente che gli alberi hanno un vastissimo apparato radicale che gli permette di raggiungere l’acqua in profondità nel sottosuolo, per cui hanno una più grande capacità di resistenza alla siccità, proprio grazie alle risorse idriche da cui possono attingere.
Differentemente, l’apparato di un piccolo arbusto o addirittura di un prato, che vivono nel primo strato superficiale e necessitano quindi di essere irrigati periodicamente.
Alla nostra longitudine, i mesi più caldi e meno piovosi dell’anno, sono tendenzialmente compresi tra giugno e agosto. In questi mesi sarà opportuno attivare il nostro impianto, programmandolo idoneamente.
Bagnando 5-7 minuti tutti i giorni, l’acqua si depositerà poco sotto la superficie del suolo, e quella che non verrà assorbita dalle radici evaporerà molto in fretta a causa del caldo diretto.
Sarebbe molto più utile bagnare 2 volte a settimana per più tempo (35 – 50 minuti), così da far percolare il liquido più in profondità, creando una microfalda non direttamente esposta al sole dove le radici possano captare l’umido per osmosi più a lungo.
Ciò permette di consumare lo stesso quantitativo d’acqua settimanale, in maniera più efficace.
Questo sistema è inoltre utile a sfavorire muschi e licheni nel prato, che non trovando umidità superficiale, avranno difficoltà di attecchimento.
Troppa acqua può altresì essere nemica delle radici. Le piante hanno bisogno di ossigenazione, e se un terreno risulta saturo d’acqua, queste possono decadere o morire per asfissia radicale.
Per le piante in vaso: acqua nel sottovaso
Parlando invece di piante in vaso, teniamo presente che le loro funzioni sono limitate dalla capienza del contenitore in cui sono.
La prima cosa da fare è distinguere il tipo di vegetale per definire quanto e quando dovrà essere bagnato (una pianta grassa ha bisogno di poca acqua, rispetto ad un’ortensia).
Il miglior metodo per bagnare è sempre quello di farlo tramite il sottovaso, e mai direttamente dal terreno di superficie.
Ciò serve a creare artificialmente la zona di falda acquifera dove la pianta può bere, lasciando lo strato più alto asciutto per permettere l’ossigenazione
Lo stato apparente del fogliame sarà un buon indicatore di necessità idrica, ma il consiglio è quello di lasciare sempre un dito d’acqua nel sottovaso e monitorare quotidianamente l’assorbimento.
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