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La famiglia raccoglie la sfida e diventa tecnologica

a cura di Avatar photo

Quello che segue è il capitolo 2 del libro “Time Out: un momento di riflessione sulla TV satellitare, internet e il digitale terrestre tra tecnologia, politica e contenuti”, scritto da Mauro Milani nel 2005.

Completamente diverso è il discorso sull’innovazione se chiudiamo il capitolo aziende e manager e apriamo quello che vede come protagonista la famiglia, che, autonomamente, è cresciuta moltissimo in quanto a sensibilità e utilizzo delle nuove tecnologie.

Le parabole installate, tra private e condominiali, sono circa 5 milioni e gli abbonamenti a Sky Italia, unica piattaforma televisiva satellitare presente in Italia, sono circa 2,6 milioni con la prospettiva di raggiungere entro la fine del 2004 quota 3 milioni.

Il disavanzo tra i circa 5 milioni di parabole e gli abbonamenti a Sky rappresenta quella quota di persone che hanno rinunciato alla pay TV dopo la chiusura di Telepiù e Stream, rifiutandosi, legittimamente s’intende, di commutare il proprio contratto su Sky ma comunque mantenendo l’impianto di parabola e decoder in casa per accedere ai canali satellitari in chiaro non compresi nel bouquet di Sky (per esempio Rai Sport Satellite).

A queste vanno aggiunte le persone che hanno scoperto una vera passione per la ricerca e la visione dei canali satellitari di tutto il mondo (anche in questo caso non serve l’abbonamento a Sky), quelle che hanno maturato la passione per l’offerta porno, particolarmente ricca di diversi canali satellitari e, infine, quelle che, nonostante l’illegalità e gli ostacoli tecnologici riescono ancora oggi a vedere i canali a pagamento senza essere abbonati. Quest’ultimo è evidentemente il fenomeno della pirateria, che in Italia, e solo in Italia (negli altri Paesi europei questo problema non si è presentato), ha rappresentato nei primi anni di pay TV un serio ostacolo allo sviluppo corretto del settore. Oggi il fenomeno della pirateria appare molto ridimensionato.

Per dovere di precisione riporto i più recenti dati Audistar, indagine svolta da Eurisko proprio sulla televisione satellitare in Italia, facendovi però presente che mentre noi abbiamo finora parlato di famiglie, Audistar parla di individui con età superiore ai 4 anni. Considerando che la famiglia italiana ha una composizione media di 2,6 persone i conti, una volta debitamente interpretati, tornano.

 1° Periodo
02/04
2003
(.000)
1° Periodo
02/04
2003
(%)
2° Periodo
09/12
2003
(.000)
2° Periodo
09/12
2003
(%)
3° Periodo
01/04
2004
(.000)
3° Periodo
01/04
2004
(.%)
Popolazione
over 4 anni
55.69610055.69610055.696100
Almeno una dotazione di
TV satellite
12.15021,814.11725,314.89826,7
Hanno una parabola11.69821,014.09825,314.86726,7
Hanno una pay-tv 7.10112,77.19212,98.11014,6
Di cui:      
Hanno solo parabola e
non pay-tv
5.0499,16.92512,46.78812,2
Hanno parabola e pay-tv 6.64911,97.17312,88.08014,5
Nessuna dotazione 43.54678,141.57974,640.79873,0

Fonte: Audistar-Eurisko

Ancora più importante è la penetrazione nelle case di computer e internet. Secondo i dati, relativi al 2003, annunciati dal Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, sono oltre il 50% delle famiglie italiane che possiedono un personal computer, con un aumento del 24% rispetto a due anni fa.

Un trend, quello del personal computer, che non dimostra segni di cedimento, anzi nel corso del 2003 si è verificato uno storico sorpasso: sono stati venduti in Italia 3.658.088 personal computer, contro 3.529.000 televisori. “E il divario – ha dichiarato il ministro – è destinato a salire. Le stime per il 2004 parlano di quasi 4 milioni di pc venduti, contro circa 3 milioni e mezzo di tv“.

In questo 50% di famiglie che posseggono un computer circa il 75%, secondo i dati Eurisko relativi al primo trimestre del 2004, si sono dotate di un collegamento a internet e il 42% accede con una certa continuità alla rete.

Sul numero degli italiani che si collegano, consultano, usano internet almeno una volta al mese se ne sono dette e lette tante. Ritengo che la cifra più realistica da considerare sia intorno ai 14 milioni di persone, dato su cui convergono sempre più istituti di ricerca, di queste, 9 milioni si collegano almeno una volta alla settimana e 4 milioni si collegano tutti i giorni.

Numeri importanti soprattutto se si considera la rapidità del trend di crescita (nel 2000 gli utenti internet erano poco più della metà rispetto agli attuali) e le potenzialità del prossimo futuro fanno prevedere un ulteriore sviluppo che potrebbe portare nei prossimi 5 anni il numero di utenti intorno alle 24 milioni di unità, raggiungendo quello che si può presumere il livello di saturazione della rete per quanto riguarda il mercato italiano.

Ricordiamoci che quasi il 30% delle famiglie che posseggono un collegamento a internet attualmente non lo usano, ma con la crescita, auspicabile e necessaria, dei contenuti e dei servizi offerti dagli operatori della rete, lo useranno.

Il dato nazionale, se declinato a livello regionale evidenzia una differenza piuttosto significativa (7 punti percentuali) tra le regioni del nord (34,8%) e il Mezzogiorno (28,1%), con l’unica eccezione rappresentata dalla regione Campania che si colloca a quarto posto con un 33,5%.

Utenti di internet per regioni e aree territoriali

(val. % sulla popolazione con più di 18 anni)

 AREE TERRITORIALIVAL. %
A) LE PRIME SEI 
1. Lombardia36,3
2. Triveneto36,2
3. Lazio35,0
4. Campania33,5
5. Piemonte/Valle d’Aosta32,4
6. Toscana31,9
B) LE GRANDI CIRCOSCRIZIONI TERRITORIALI 
Nord-Ovest34,8
Nord-Est33,1
Centro Italia29,1
Mezzogiorno28,1
Fonte: Censis-Forum P.A. – aprile 2003 

A dimostrazione della scarsa sensibilità verso l’innovazione dimostrata dalle imprese italiane è interessante rilevare come gli accessi alla rete, che fino al 1998 erano superiori dall’ufficio rispetto che da casa, oggi risultano assai più numerosi dal computer casalingo.

Molte sono le imprese italiane che non consentono il collegamento a internet dei computer dei propri dipendenti (si salvano giusto i dirigenti) perché ritengono che questo porti inevitabilmente ad una perdita di tempo sul lavoro. E’ un po’ lo stesso tipo di mentalità imprenditoriale che negli anni ’80 vedeva l’installazione dei distributori automatici di caffè o di bevande in azienda una fonte di dispersione del tempo da dedicare al lavoro.

Il tempo, le esperienze e le riflessioni sulla cosiddetta “total quality” hanno fatto poi capire che non è così, anzi.

Per quanto riguarda l’uso di internet sono anche state fatte alcune ricerche che hanno dimostrato che l’uso personale della rete dall’ufficio è inferiore al 25% rispetto alla durata totale del collegamento (più del 75% è comunque dedicato alla ricerca a favore del lavoro in azienda).

Anche questo dato, pur se in minima parte, si ripercuote sulla composizione del target rappresentato dagli utenti di internet. Infatti, a fronte di percentuali di utilizzo di internet tra i giovani: 68,1% dei ragazzi tra i 18 e i 20 anni, si scende al 38,9% nella classe d’età 36-40, con gli utenti quarantenni che risultano essere, con il 37,5%, poco al di sopra della media.

 CategorieClassi di età% di utilizzatori
di internet
Giovanissimi 18/20 anni68,1
Giovani21/30 anni54,8
 31/35 anni52,7
Adulti 36/40 anni38,9
 41/50 anni37,5
Media italiana 32,0
Adulti maturi 50/60 anni16,6
Anziani giovani 61/70 anni6,1
Anzianioltre 71 anni2,7

In sostanza, lasciando ai capitoli seguenti il dettaglio delle considerazioni sulle modalità di utilizzo della rete e quindi sui contenuti che essa offre e quelli che dovrebbe offrire, possiamo comunque rilevare come internet non sia più considerabile come un medium per pochi, anche se non è ancora arrivato ad essere, come invece è la TV generalista, un medium per tutti

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