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QUELLO CHE SEGUE È IL CAPITOLO 23 DEL LIBRO “TIME OUT: UN MOMENTO DI RIFLESSIONE SULLA TV SATELLITARE, INTERNET E IL DIGITALE TERRESTRE TRA TECNOLOGIA, POLITICA E CONTENUTI”, SCRITTO DA MAURO MILANI NEL 2005.

La proposta video on demand prevede la distribuzione personalizzata di contenuti video (film, documentari, programmi, partite di calcio, ecc.) che l’utente può ricevere in qualsiasi momento, in quanto svincolati da un palinsesto rigido.

In sostanza si tratta di accedere ad una sorta di archivio di programmi che, in qualsiasi momento della giornata, possono essere richiesti e subito “consumati“. Tali programmi possono essere a pagamento oppure gratuiti. Questo grande archivio è contenuto in un server con alte capacità di memoria e la connessione con gli utenti può essere via cavo (banda larga), satellite, digitale terreste oppure ADSL.

L’unica offerta che abbiamo in Italia di video on demand è proposta da Fastweb, sia via cavo, ma limitatamente alle sei più grandi città, che tramite ADSL. La qualità di visione è pari a quella che si può apprezzare da un DVD, quindi eccellente. Considerando queste caratteristiche è evidente che la gestione del contenuto e il contenuto stesso possono essere molto diversi dall’offerta televisiva pay.

Per capire meglio vediamo nel dettaglio la struttura dell’offerta di Fastweb. Innanzitutto una precisazione: con l’autorizzazione alla fusione fra Stream e Tele+, la Commissione Europea ha posto le condizioni a garanzia dell’evoluzione del mercato italiano della pay TV in un regime di concorrenza.

Tali condizioni hanno consentito a FastWeb, che attualmente è l’unico concorrente di Sky Italia, di incrementare ulteriormente la propria offerta televisiva con la trasmissione in diretta di tutte le partite di calcio delle squadre di cui Sky Italia detiene i diritti.

In base a quanto stabilito dalla Commissione Europea, infatti, i concorrenti non satellitari hanno la possibilità di acquisire dalla nuova piattaforma unica i contenuti premium (prevalentemente partite di calcio, altri eventi sportivi e titoli cinematografici) con la formula del “retail minus” ovvero il prezzo al cliente finale ridotto di una percentuale. Una volta collegato l’apposito set top box, fornito da Fastweb in affitto oppure acquistabile (nel 2004 e nel 2005 è particolarmente vantaggioso – 29 euro – l’acquisto grazie al contributo statale –150 euro – a cui si addiziona un pari contributo di Fastweb), al proprio televisore si accede ad un menù che comprende tutte le televisioni nazionali (Rai, Mediaset, La7, MTV), con la qualità di visione digitale, una serie di canali, che possono o meno richiedere un abbonamento mensile (CNN, RaiClick, Disney Channel, Rai Sat Sport, Sky Cinema, ecc.) e la proposta video on demand di Fastweb caratterizzata dal marchio OnTv.

Questo per quanto riguarda i contenuti, in realtà l’offerta Fastweb comprende anche una serie di servizi di cui vi ho già parlato nel precedente capitolo dedicato alla televisione via cavo e ADSL. Interessante, parlando di contenuti, è la struttura di OnTv.

Accedere a OnTv ha un costo di abbonamento di pochi euro mensili, il pagamento dei quali consente di aprire un menù di contenuti che attualmente sono distinti in: film, sport, ragazzi, eventi, donna, sapere, manga. Ciascuna di queste categorie comprende a sua volta un menù di contenuti che, in qualsiasi momento della giornata si può selezionare e consumare.

Tutti i contenuti, quanto meno per il momento, sono gratuiti, tranne i film (siano essi nella categoria film o ragazzi) che hanno un costo di 4 o 5 euro e le partite di calcio, che possono essere viste in diretta al costo di 15 euro.

Tutte le categorie comprendono una buona serie di documentari e di “pezzi” (nell’accezione giornalistica del termine) di informazione e di didattica. Il vantaggio offerto dalla logica dell’organizzazione ad archivio invece che a palinsesto strutturato è nella possibilità di offrire contenuti di qualità e stile diverso, in quanto non si deve sottostare alla linea grafica ed editoriale di un canale televisivo vero e proprio.

Quindi, per esempio, nella categoria “donna” troviamo ricette realizzate da diverse produzioni: l’inglese “In cucina con Nigella”, una procace e golosa ragazza britannica; l’americana “Amore in cucina” con Caprial e John, la coppia di cuochi più amati dagli americani; le ricette proposte dalla celebre testata “La Cucina Italiana”, con una conduttrice e un cuoco; l'”Invito a Cena”, produzione della bolognese Azimuth Entertainment per Rai Sat Gambero Rosso, con Stefano Bicocche, in arte Vito, che invita amici del cabaret nostrano a cena spiegando le ricette che ad essi prepara (in questo momento – settembre 2004 – nel menù di OnTv è presente solo l’invito a Claudio Bisio, ma diverse altre puntate sono state realizzate con Enzo Iachetti, Syusy Blady, Natasha Stefanenko e altri).

Tutte queste produzioni sono realizzate sulla base degli schemi tradizionali della comunicazione televisiva: una durata che va dai 15 ai 30 minuti, una scenografia in cui si muove il conduttore e il racconto della ricetta con un montaggio delle fasi più importanti della sua preparazione.

Molto interessante invece è la proposta della spagnola Microgenesis Producciones che sottopone le ricette in maniera molto semplice e molto veloce, pur se con una qualità di immagine e di gusto assolutamente eccellenti. La spiegazione della ricetta dura un minuto, la scenografia è inesistente in quanto le stoviglie, gli utensili e gli alimenti vengono preparati da due mani ben curate ed esperte su un fondale bianco. Il supporto sonoro si limita ad una tranquillizzante colonna musicale, mentre l’indicazione degli ingredienti e delle fasi di preparazione sono affidate a sintetiche scritte in sovrimpressione.

OnTv accorpa cinque di queste pillole di contenuto, proponendo nel proprio menù microprogrammi di cucina della durata totale di cinque minuti. Questa modalità è particolarmente interessante perché rappresenta l’essenza del contenuto senza concedersi alcun orpello che è eventualmente lasciato alla televisione cliente che inserirà nel suo palinsesto o in un suo programma tale contenuto.

Con questo medesimo schema la casa di produzione spagnola propone altre tematiche di contenuto che vi consiglio di perlustrare visitando il loro sito internet: www.canalmicro.com.

Ritengo quest’ultimo esempio particolarmente importante perché offre un’alternativa allo schema tradizionale di comunicazione televisiva, per di più a basso costo e con un’ampia possibilità di sperimentare nuovi linguaggi e nuovi approcci. Certamente le caratteristiche di tale contenuto si adattano molto meglio all’offerta on demand che non a quella pay o a quella della televisione generalista ed è per questo motivo che ritengo importante per il futuro della comunicazione televisiva lo sviluppo della modalità video on demand, perché a fronte di una televisione tradizionale che non sperimenta e non porta innovazione, la televisione on demand, se lo vorrà, potrà essere, a basso costo, una piattaforma da cui far emergere quella sperimentazione sotterranea fatta dai giovani che non trovano spazio altrove e per proporre quei contenuti tematici e settoriali che oggi mancano nell’ambito dell’offerta televisiva tradizionale e satellitare.

Per il momento l’unico operatore che sta lavorando in una logica di video on demand è Fastweb e francamente mi pare sia sulla buona strada. Sicuramente bisogna dargli il tempo di crescere, come bisogna dare il tempo di nascere alle altre esperienze e proposte che sappiamo essere in cantiere da parte di altri importanti operatori.

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