Il cappero, dottamente conosciuto come Capparis spinosa, è un piccolo arbusto tenace che ama il sole e le temperature calde o quantomeno miti. Questo è il motivo che lo rende una pianta particolarmente diffusa nei Paesi del Mediterraneo, con delle punte di eccellenza, riconosciute in tutto il mondo, a Pantelleria e a Salina.
Quello che conosciamo come cappero non è il frutto della pianta bensì è il bocciolo del fiore non ancora sbocciato e raccolto alla mattina quando è ancora completamente chiuso.
Se invece lasciamo che si completi la fioritura avremo un fiore bianco bellissimo dalla durata molto breve (dalla sera alla tarda mattina successiva). Una volta sfiorito avremo il frutto della pianta di capperi, cioè il cucuncio, più grosso del cappero con un picciolo particolarmente lungo, ma ugualmente delizioso.
Sia i capperi che i cucunci raccolti come li troviamo in natura non hanno un sapore particolare, si esaltano a contatto con l’aceto o con il sale utilizzati per la loro conservazione.
Dove coltivarlo
Come tutte le piante mediterranee il cappero ama il caldo e il sole. Lo si può coltivare sia in piena terra che in vaso, purché si prediliga l’esposizione a sud, soprattutto se coltivato nelle regioni settentrionali.
Quando la piantina è piccola la temperatura ottimale per la sua crescita è superiore ai 20°, il che significa che con l’arrivo dell’autunno è bene proteggere le piantine dal freddo e dall’umidità. Al contrario, la pianta adulta è molto robusta tanto che la possiamo trovare anche abbarbicata nei muri, soprattutto in pietra, come per esempio accade sulle mura del Castello Sforzesco di Milano oppure sul muro a secco che abbiamo fotografato a Castendallo, un piccolo borgo nei pressi del lago Maggiore (vedi le immagini nella Galleria Fotografica in fondo all’articolo).
Sia per la coltivazione che in piena terra bisogna preferire la terra arida e sassosa, evitando quella troppo argillosa o, peggio ancora, per niente drenante: il cappero non sopporta i ristagni d’acqua. Il suggerimento è quello di fare uno strato di ghiaia sul fondo della buca, nel caso di travaso in piena terra e allo stesso modo provvedere ad uno strato di leca in fondo al vaso.
Importante è anche l’esposizione al sole: il cappero adora i caldi raggi del sole; quindi, la sua posizione dovrà essere sempre orientata verso sud.
Come coltivarlo
Il cappero è semplice da coltivare purché si riproducano le condizioni ideali, in tal caso si avrà successo e la piantina richiederà ben poche cure.
Per la sua coltivazione il punto di partenza può essere:
- la giovane piantina acquistata in un vivaio o in un garden center, il metodo più semplice;
- il seme, in un semenzaio protetto già da marzo; a maggio se in un semenzaio all’aperto e a giugno se si intende mettere il seme direttamente a dimora. I semi che si possono utilizzare abbondano all’interno dei cucunci, raccolti in settembre;
- la talea, prelevando un rametto di circa 10 centimetri dalla pianta madre e piantandolo in una miscela di terriccio e sabbia al 50%.
È bene tenere conto che il cappero è dotato di radici molto ramificate e molto lunghe (per procacciarsi acqua nelle profondità dei terreni più aridi), quindi, nel caso della coltivazione in vaso bisogna preferire un vaso più alto che largo.
Nel caso abbiate a disposizione un muro in sasso esposto a sud, potete introdurre nelle fessure i semi della pianta di capperi per fermarli con una manciata di terriccio. Se siete fortunati avrete bellissime soddisfazioni.
Per concludere parliamo di acqua specificando che normalmente se la pianta è in piena terra è sufficiente quella fornita dalla natura tramite le piogge. Se la pianta è in vaso può essere necessaria una innaffiatura, comunque contenuta, nei giorni più caldi dell’estate, quando si nota una certa sofferenza nelle foglie.
Rispondi