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Materiale da costruzione largamente utilizzato nell’edilizia moderna, il cartongesso è molto apprezzato per le sue caratteristiche: si applica velocemente, si modella a piacimento e costa poco.

Non sempre è stato così apprezzato: anche se la prima lastra in cartongesso risale già al 1916 (fu realizzata dalla Gypsum Company US, che la chiamò “sackett board”) in Italia il cartongesso si diffonde solo alla fine degli anni Ottanta, ma con una certa diffidenza poiché viene considerato poco resistente e utile solo per finalità termoisolanti o di isolamento acustico. Negli anni Novanta inizia a essere apprezzato anche per tutti gli altri utilizzi.

Il cartongesso è costituito da due lastre di cartone inframmezzate da gesso di scarto, proveniente da cave, impastato con additivi che conferiscono la giusta rigidità.

Per soppalchi, pareti divisorie, cabine armadio, librerie e nicchie da realizzare anche in modalità fai-da-te, il cartongesso è un materiale eccellente: per ciascun utilizzo sono disponibili differenti prodotti, con caratteristiche specifiche, identificate secondo la norma EN520.

Tipologie di cartongesso

Secondo la norma EN520 entrata in vigore il 1° marzo 2007 (che ha consentito l’applicazione del marchio CE sulle lastre e la loro libera commercializzazione in Europa).

TIPO A Per pareti e abbassamenti non portanti, il cartongesso è disponibile in lastre standard: lastre in gesso rivestite di cartone, di colore bianco grigiastro.

TIPO H Per utilizzo in esterno o in caso di ambienti caratterizzati da forte umidità come bagni e cucine, le lastre vengono rivestite di apposito cartone idrorepellente (in genere verde). Il diverso grado di assorbimento d’acqua determina diverse tipologie (H1, H2, H3 ecc per gradi di assorbimento d’acqua totale inferiore al 5, 10 o 25%). Nei Paesi del Nord si utilizzano anche lastre di tipo E, per rivestimento di pareti esterne.

TIPO F Si tratta delle lastre ignifughe, capaci di resistere al fuoco. Spesso il cartongesso ignifugo è di colore rosso: nel nucleo di gesso sono presenti fibre minerali e additivi che aumentano la capacità di resistere al fuoco. Le sigle REI (dal 30 al 180) rappresentano la resistenza al fuoco della lastra.

TIPO D Sono lastre resistenti a densità controllata, non inferiore a 800 kg/m3; questo consente prestazioni superiori in particolari applicazioni. Una delle facciate della lastra è adatta all’applicazione di decorazione e intonaco a gesso.

TIPO I Lastra con durezza superficiale migliorata, dotata di una facciata adatta all’applicazione di intonaco a gesso e decorazioni.

Una lastra può possedere contemporaneamente più di una delle caratteristiche sopra descritte: in questo caso sarà indicato più di un TIPO.

Altri utilizzi del cartogesso

Se il cartongesso viene utilizzato con finalità di isolamento termoacustico, le lastre vengono rivestite da un pannello polistirolo/polistirene o realizzate con due lastre accoppiate e incollate da colla isolante.

Quando le lastre devono resistere a un carico vanno scelte le tipologie che contengono fibre di vetro e legno: con questi pannelli si realizzano controsoffitti portanti e tramezzi.

Requisiti di legge

La Direttiva Europea sui Prodotti da Costruzione (CPD 89/106/CE) prevede il rispetto di 6 requisiti essenziali per il cartongesso:

tutela della resistenza meccanica e della stabilità;
tutela della sicurezza in caso d’incendio;
tutela dell’igiene, della salute e dell’ambiente;
tutela della sicurezza nell’uso;
protezione contro il rumore;
risparmio energetico e isolamento termico.

Maggio 2018

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