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a cura di Avatar photo

Il rafano, detto anche cren o barbaforte, è molto facile da coltivare ed è un ortaggio perenne. Se per la sua coltivazione volete partire dal seme la stagione più adatta per la semina è la primavera, una volta certamente finite le gelate invernali.

Il seme deve essere interrato a circa 8-10 centimetri.

Tenete una distanza minima di 50 centimetri tra i semi perché la pianta di rafano ha uno sviluppo molto importante.

Le sue grandi foglie si espandono fino a formare una grande cespo che può raggiungere anche gli 80 centimetri di altezza.

In alternativa al seme potete ovviamente impiantare direttamente una piantina.

Se conoscete qualcuno che ha già delle piante di rafano nel proprio orto potete chiedergliene una.

La raccoglierete con l’aiuto di una vanga stando attenti a non danneggiare la radice.

Rimossa dal terreno separerete le foglie dalla grossa radice rizomatosa, per poi suddividere quest’ultima in porzioni avendo cura che in ciascuna di queste porzioni ci siano delle gemme.

Il rafano ama il terreno ben sciolto e friabile, arricchito con del compost e lavorato in profondità. Preferisce le zone semiombreggiate. Nel caso doveste piantarlo in pieno sole mentalizzatevi su un’innaffiatura abbondante e quotidiana.

Il raccolto del rafano deve avvenire in autunno inoltrato: alcuni estimatori aspettano anche le prime gelate invernali.

Il consiglio è quello di aspettare due anni dopo il suo impianto per avere la garanzia di avere delle radici grosse e succose.

Una volta raccolta la radice di rafano deve essere consumata subito o comunque trattata per la conservazione, in caso contrario perderà rapidamente freschezza e turgore.

L’uso più celebre del rafano riguarda la preparazione della salsa cren, una salsa dal sapore molto intenso, ideale per le carni, sia bollite che arrosto.

Per la sua conservazione potrete scegliere tra diversi metodi: la radice, tagliata a rondelle di circa 1 centimetro di spessore può essere essiccata al sole (ritirandola durante la note per evitare l’umidità) e poi conservata in un vasetto di vetro con il tappo forato.

Oppure potete grattugiare la radice e surgelarla in diverse porzioni.

Infine potete conservarla sotto aceto di vino bianco.

Prima di concludere una proprietà del rafano che francamente non sappiamo, non avendola mai sperimentata, se si tratti di una leggenda contadina oppure se realmente sia efficace: si dice che il succo della radice di rafano, miscelato con dell’aceto bianco, sia in grado di decolorare le lentiggini.

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