C’era grande attesa per il nuovo Decreto e le nuove norme per affrontare la diffusione del coronavirus e molti, nelle regioni settentrionali più colpite erano rassegnati e pronti ad una chiusura totale dell’industria e del commercio, salvo le ovvie eccezioni legate alla sopravvivenza (alimentari e farmacie).
Il decreto è stato annunciato ieri sera, 11 marzo, dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e francamente ci sembra lontano da quel “tutto chiuso” che molti si aspettavano.
La strategia di base è stata annunciata dal Presidente Conte nel suo discorso: “… oggi in un Paese grande, moderno e complesso come il nostro bisogna procedere gradualmente affinché tutti possano comprendere il difficile momento che stiamo vivendo e anche predisporsi per accettare i cambiamenti richiesti”.
Procedere gradualmente quindi.
Per il momento “tutti a casa” e “qualcosa chiuso”, tra qualche giorno è possibile che arriveremo davvero al “tutto chiuso”.
Nei settori che ci interessano, l’allegato 1 del Decreto ci indica che i negozi di ferramenta, colorifici, materiale elettrico, termoidraulico e illuminazione.
Abbiamo fatto un giro di telefonate a campione ad alcuni punti vendita della Lombardia e abbiamo verificato che i negozi di ferramenta e i colorifici sono aperti, allo stesso modo abbiamo constatato che anche i centri brico sono aperti con le uniche eccezioni dei negozi OBI e per la giornata di oggi, 12 marzo, Leroy Merlin. Per queste due insegne non abbiamo notizie sulla data della riapertura.
Diverso è il discorso per i centri giardinaggio dove, a fronte sempre di una serie di telefonate a campione abbiamo registrato un tasso di chiusure significativo mentre quelli che sono aperti segnalano, nella telefonata, una certa cautela sulla possibilità di rimanere aperti, in attesa di indicazioni più precise, altri invece hanno sottolineato la possibilità di acquistare solo prodotti “agricoli” (sementi, terricci, vasi, piantine, ecc.) chiudendo alla vendita i reparti “commerciali” (arredo esterno, barbecue, decorazione, ecc.).
In sostanza il consiglio che vi possiamo dare riguardo ai centri di giardinaggio è di consultare il sito internet o telefonare prima di fare un viaggio potenzialmente a vuoto.
Però tutti devono restare a casa
Al di là delle aperture o chiusure dei punti vendita non dobbiamo dimenticare le disposizioni del precedente Decreto che prevede che si può uscire di casa solo per andare al lavoro, per ragioni di salute o per situazioni di necessità.
Per dimostrare una di queste esigenze occorre esibire o compilare durante il controllo di Polizia un’autocertificazione la cui veridicità sarà successivamente verificata.
Ricordiamo che le sanzioni per i trasgressori sono decisamente severe e possono prevedere addirittura il carcere.
Ciò detto è evidente che, da consumatori, potremo recarci in un ferramenta o in un centro brico solo per affrontare una “situazione di necessità”, per esempio l’acquisto di quanto necessario per far fronte alla rottura di un tubo che sta allagando la casa, oppure all’acquisto di una lampadina per ridare luce a un locale.
Certamente non si può uscire di casa per andare in un centro brico ad acquistare un zoccolino in legno o della vernice per decorare una parete (non sono interventi di prima necessità).
Allo stesso modo, per quanto riguarda i centri giardinaggio possiamo raggiungerli per acquistare un topicida se una famiglia di roditori ha deciso di installarsi nella nostra cantina, oppure di formiche nella nostra casa, ma certamente non possiamo giustificare la nostra uscita da casa con l’acquisto dei gerani da mettere sul balcone, perché certamente non può essere considerata una “prima necessità”.
Quindi attenzione: negozi aperti non significa poter uscire liberamente di casa come se nulla stesse accadendo.
Il pericolo della diffusione del contagio del coronavirus è ancora molto, molto presente. Il consiglio, anzi la preghiera, è quella di rimanere a casa.
12 marzo 2020
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