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a cura di Avatar photo

La novità più evidente della quarta edizione del BricoDay ha riguardato la sede, il grande e prestigioso MiCo (Milano Convegni) di Fiera Milano e il conseguente sviluppo dell’area espositiva animata da 60 espositori: una piccola fiera.

La differenza sostanziale con una fiera vera e propria è che ciascun espositore aveva a disposizione uno o al massimo due piccoli moduli e tutti gli stand erano uniformati ad un preallestito standard.

Queste caratteristiche espositive hanno consentito di mantenere inalterata la formula vincente che vuole un grande convegno, ricco di contenuti e di relatori di eccellenza, di grande richiamo e centrale rispetto alla giornata di lavori e iniziative collaterali come i seminari tematici e, appunto, una piccola parte dedicata all’esposizione delle aziende.

I visitatori, oltre mille, hanno articolato la giornata senza sacrificare nulla: le sale del convegno erano piene, i seminari sono stati degnamente seguiti e gli spazi espositivi ampiamente visitati.

La soddisfazione è quindi stata generale.

Solo i più attenti frequentatori di BricoDay hanno rilevato come l’impegno verso la nuove sede e quindi verso l’area espositiva abbia comportato qualche sacrificio per il convegno, tradizionale cuore della giornata.

Per esempio rispetto al tempo dedicato.

Chi è intervenuto nelle edizioni passate ricorderà un convegno diviso in due sessioni, interrotte dalla pausa pranzo, per una conclusione intorno alle 16.30.

Quest’anno, con un numero di relatori analogo agli anni passati, il tempo totale a disposizione previsto per sviluppare le relazioni è stato di 180 minuti, dalle 10.30 alle 13.00.

Anche se in realtà il convegno non si è chiuso prima delle 14.00, perché i relatori non sono ovviamente riusciti a stare entro il quarto d’ora che era stato messo loro a disposizione.

Comunque è indubbio che la scarsità del tempo ha inevitabilmente penalizzato l’approfondimento di ogni relatore sul tema trattato. Intendiamoci, questo non significa che il BricoDay di quest’anno sia stato poco interessante, tutt’altro, però probabilmente avrebbe potuto esserlo ancora di più.

Rispetto poi ai contenuti proposti dall’organizzazione, sempre i più assidui frequentatori ed estimatori del BricoDay, hanno rilevato come quest’anno, per la prima volta, il titolo del convegno fosse astrattamente generico, “Prospettiva brico: visioni, format, proposte”, tradotto: una visione della distribuzione e del mercato del bricolage del futuro.

Ricordiamo come il tema dello scorso anno era “il consumatore” e dell’anno prima ancora “gli assortimenti”.

E’ evidente a tutti come un tema specifico consenta un alto livello di approfondimento nelle relazioni di chi è chiamato a portare sul palco la propria esperienza e la propria visione della questione.

Ciò nonostante, continueremo a ripeterlo fino alla fine di questo articolo, il convegno di quest’anno è stato indubbiamente interessante, però probabilmente, considerando la caratura dei relatori, se coinvolti su un tema specifico, avrebbe potuto esserlo ancora di più.

Sempre sul fronte dell’impegno dell’organizzazione verso i contenuti, il piccolo gruppo di accaniti sostenitori del BricoDay di cui sopra, ha evidenziato come il livello qualitativo della ricerca di quest’anno non fosse in linea con gli standard elevati cui il BricoDay li aveva abituati (compreso quello di quest’anno – n.d.r.). 

Infatti se nella passata edizione fu presentata un’eccellente ricerca, commissionata dall’organizzazione del BricoDay e realizzata dalla Interactive Market Research mediante l’analisi di 800 interviste raccolte fuori dai punti vendita di bricolage su tutto il territorio nazionale (lo scopo era conoscere le caratteristiche, le esigenze e le aspettative del cliente del bricolage), quest’anno, a fronte della scelta di un istituto di alta fama e prestigio, Astra Ricerche, e alla presenza sul palco di un grande istrione come Enrico Finzi, presidente di Astra Ricerche, il livello della ricerca è stato effettivamente molto inferiore rispetto allo scorso anno.

Sostanzialmente sono stati analizzati i 116 questionari compilati dagli operatori che si sono iscritti via internet al BricoDay e che hanno deciso di rispondere alla mail di richiesta di compilazione del questionario appunto oggetto dell’analisi.

In sostanza più che di una ricerca sarebbe più corretto parlare di una raccolta di opinioni di un campione troppo ristretto per poter essere significativo nella definizione delle tendenze del mercato italiano del bricolage.

Mentre la ricerca dell’anno passato era effettivamente uno strumento di lavoro per i manager del marketing del settore, quella di quest’anno francamente no.

Lo ribadiamo anche in questo caso: il fatto che la ricerca di quest’anno non abbia raggiunto i livelli di eccellenza di quella dell’anno passato non mette in nessun modo in discussione il successo di questa quarta edizione e la soddisfazione generale e manifesta da parte di tutti: relatori, espositori e visitatori.

Si tratta solo di spunti di riflessione sottoposti da chi ritiene il BricoDay un appuntamento da cui il mercato nazionale del bricolage non può più prescindere, ma proprio a causa, o per merito del grande successo, gli organizzatori saranno costretti, per le prossime edizioni, a fare delle scelte.

Ottobre 2011

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