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La scuola dell’acqua

a cura di Avatar photo

Siamo consapevoli e pensiamo che sia nella nostra missione di contribuire alla conoscenza nella società del valore insostituibile della sempre più rara acqua e creare una cultura nell’impiego e nel risparmio di questo elemento vitale.

Con questa frase, al di là delle strategie di marketing etico tanto di moda, Oliviano Spadotto, presidente della Claber, azienda friulana leader nell’irrigazione, sintetizza un valore fondamentale del passato ma ormai troppo raro: l’amore per il proprio lavoro e per l’elemento, il materiale protagonista dello stesso.

È lo stesso sentimento che si può leggere negli occhi del falegname quando, dopo averlo levigato, accarezza il suo pezzo di legno verificando la precisione del suo lavoro.

Per Oliviano Spadotto e la sua Claber l’elemento è l’acqua e il lavoro da fare è guidarla, accompagnarla nel fondamentale lavoro di irrigazione di campi, giardini, parchi ma anche piccoli balconi.

Rispettandola, senza sprecarla, utilizzandone quello che serve e solo quando serve.

Per diffondere la conoscenza dell’acqua, del suo valore inestimabile e del rispetto che le si deve, alla fine degli anni ’90 Claber ha portato a termine un progetto che si è concretizzato con la nascita della prima Scuola dell’Acqua.

L’idea parte dalla necessità di un recupero e di una rivalorizzazione di un’area che ha per protagonisti il fiume Fiume, in località Sostegno di Pasiano, la settecentesca Villa Saccomanni e un antico mulino, trasformato nei primi del ‘900 dall’ingegner Saccomanni in una centrale idroelettrica.

Un patrimonio di storia, di architettura e di tecnologia assassinato dalla Grande Guerra (1915/18) prima e del tremendo alluvione del 1966 poi.

Finalmente alla fine di un tormentato secolo grazie all’iniziativa della Claber inizia un grande lavoro di ripristino del vecchio impianto, tornato alla sua importante dignità di centrale idroelettrica nel pieno rispetto del suo aspetto originale.

Le sponde sono state pulite e risistemate.

Le paratoie sono state ripristinate e dotate delle più moderne tecnologie, sia in prossimità dell’Opificio che nei pressi dell’antico mulino.

Inoltre è stata creata un’apposita “scala di risalita” per i pesci, in maniera da non disturbare minimamente il loro ciclo di vita.

Nello stabile completamente ristrutturato nasce la Scuola dell’Acqua con l’obbiettivo di creare un ambiente in grado di consentire e stimolare la collaborazione fra Claber, gli Enti Locali e le Università.

Una Scuola che si è posta da subito come scopo di fare progredire la cultura materiale, la tutela ambientale, la ricerca scientifica e il progresso tecnico riguardo alla risorsa più preziosa per l’umanità: l’acqua.

La Scuola dell’Acqua è oggi molte cose: è un laboratorio di ricerca; è una scuola di formazione; è un laboratorio per il monitoraggio dello stato di salute idrogeologico e della fauna ittica; è un punto d’incontro tra la ricerca scientifica e gli operatori culturali, industriali e politici per una gestione sempre più responsabile dell’acqua; è una struttura aperta che ospita momenti di alto livello scientifico ma anche iniziative dedicate ai bambini delle scuole elementari.

L’aula multimediale è il “cuore” della Scuola dell’Acqua.

Dotata dei più moderni supporti tecnici e didattici, è progettata per ospitare, oltre ai Corsi di Formazione Claber, qualsiasi altro convegno dedicato al “tema” dell’acqua: anche in videoconferenza.

Infine è molto importante sottolineare il lavoro di monitoraggio delle acque del fiume Fiume, in modo da rendere efficiente un’attività di controllo dello stato dell’acqua e della fauna e flora che la abitano.

Un lavoro sviluppato in collaborazione con le istituzioni locali e con Enti come la Protezione Civile, che analizza e interviene sulla base dei dati elaborati dalla Scuola dell’Acqua.

Luglio 2007

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