Che cosa hanno in comune un grande ed un piccolo giardino privato? Un terrazzo fiorito in un centro storico italiano e un giardino monumentale in una capitale europea? Un prestigioso campo da golf o un grande resort immerso nel verde?
La passione per la natura, la cultura del giardino.
Quel giardino che non deve essere vissuto come un sacrificio ma come un privilegio.
Questo è il senso che lega Claber con Grandi Giardini Italiani, network di cui l’azienda friulana è sostenitrice da ormai una decina d’anni, quando Grandi Giardini Italiani era sostanzialmente solo un progetto sorretto dalla volontà e dalla passione di Judith Wade, sua fondatrice.
“Abbiamo voluto essere al fianco di Judith Wade nel suo progetto da subito – racconta Dario Spadotto, direttore marketing di Claber – perché siamo convinti che sia attraverso la bellezza e l’emozione che passa l’amore e la cultura per il verde. E’ ovvio che i Grandi Giardini Italiani presenti nel network rappresentano il sogno e non la realtà quotidiana del nostro piccolo giardino o terrazzo di casa, tuttavia siamo convinti che la sensibilità per il verde passi necessariamente attraverso l’ammirazione delle grandi opere. Esattamente come succede nella musica o nella letteratura, che riescono ad appassionarci coinvolgendoci con le opere dei grandi artisti. Una volta accesa la passione, la sensibilità e l’amore diventa più facile e stimolante sperimentare anche noi stessi. Ed è con questo spirito che il nostro piccolo può diventare grande.”
Noi di bricoliamo condividiamo ogni parola: la promozione del giardinaggio, come quella del bricolage, non può essere solo didattica, pur importante, l’attività manuale è cultura, è storia del passato e del futuro e solo riscoprendola si potrà riportare a galla quell’orgoglio necessario e sacrosanto che si esplicita con la soddisfazione di poter dire “questo l’ho fatto io”.
Probabilmente la stessa frase che venne in mente a Michelangelo dopo aver terminato gli affreschi della Cappella Sistina o ad André Le Nôtre, ammirando i giardini di Versaille di cui fu l’artefice.
Prima di concludere vogliamo sottolineare come Claber sostenga iniziative come Grandi Giardini Italiani in una logica di rispetto complessivo per la natura e con un impegno quotidiano a favore di uno sviluppo sostenibile.
Qualche esempio: nella sua centrale idroelettrica di Pasiano, Claber produce 1.500.000 kWh all’anno, pari al 25% del proprio fabbisogno aziendale; lo stabilimento Claber di Fiume Veneto è dotato di un impianto fotovoltaico che attualmente produce circa 28.000 kWh all’anno, sfruttando i raggi solari 12 mesi all’anno.
Inoltre, è intenzione di Claber la realizzazione di un impianto di cogenerazione a gas metano e biocombustibili, con l’obiettivo di raggiungere un’autoproduzione del 92% del fabbisogno termico e del 52% del fabbisogno elettrico.
Con lo stesso spirito di tutela, i prodotti Claber rispettano l’ambiente già nel progetto, garantendo un lungo ciclo di vita per ridurre la quantità dei rifiuti nell’ambiente e un basso consumo d’acqua, per tutelare un bene vitale e sempre più prezioso.
Il processo produttivo Claber facilita il riciclo dei materie prime, grazie a tecnologie di stampaggio che riducono la quantità di scarti, i quali vengono comunque riutilizzati.
Infine, Claber rispetta la natura anche nel packaging: i blister trasparenti sono in PET, un materiale a ridotto impatto ambientale. Anche le dimensioni compatte delle confezioni Claber, sono studiate per facilitarne lo smaltimento e il riciclaggio.
Milena Gabanelli, nel suo Report, definirebbe l’esperienza di Claber una Good News e noi di bricoliamo, nel nostro piccolo, siamo veramente felici quando abbiamo la possibilità di trovare e comunicare “Buone Notizie” provenienti dal nostro mondo, fatto di fantasia e manualità.
Claber, insieme agli altri partner di Grandi Giardini Italiani parteciperà con la sua presenza alle 10 tappe del Tour Promozionale 2010 del network (vedi nella Rotta di Navigazione).
Aprile 2010
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