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Ormai immancabile anche quest’anno torna, per la sua quarta edizione, il BricoDay, appuntamento convegnistico di incontro per il comparto italiano del bricolage.

Il giorno del BricoDay è il 27 settembre prossimo, il luogo è il grande spazio di Milano Convegni nella vecchia Fiera di Milano e il tema quest’anno riguarda le private label e il prodotto di marca.

Come sempre i relatori sono di altissimo profilo, quest’anno si segnala un tocco di interessante internazionalità per la presenza sul palco di due manager rispettivamente di Home Depot e di Mr Bricolage.

Novità di quest’anno è la forte presenza di stand a latere del convegno, triplicati rispetto alla prima edizione hanno raggiunto la quota di cento aziende presenti (quasi una fiera – n.d.r.). BricoDay è organizzato dalla rivista BricoMagazine, punto di riferimento per la grande distribuzione del settore e per saperne di più abbiamo posto quattro domande al suo editore, Maurizio Casolaro e al direttore, Giulia Arrigoni.

Nelle passate edizioni del BricoDay si è parlato di assortimento (2009), consumatori (2010) e di format (2011), quest’anno il tema riguarda il prodotto di marca e la private label. Che cosa vi ha portato a scegliere una tematica così specifica?

Il tema delle private label – spiega Giulia Arrigoni -, già ampiamente sviluppato in altri settore e in primis nell’alimentare, comincia a diventare importante anche nel bricolage.

Sempre più catene – grandi e meno grandi – stanno investendo attenzione e capitali proprio per offrire alla loro clientela una gamma di prodotti che sia conveniente ma di qualità.

Naturalmente le strategie possibili sono diverse e, dato l’estremo interesse che questo argomento ha suscitato, abbiamo pensato che potesse essere utile per i nostri visitatori di dedicare un’edizione ad un argomento così attuale.

Tuttavia il BricoDay non si limiterà a dare voce solo alle insegne che hanno fatto la scelta delle Private Label, ma anche alla aziende di marca che, con i loro investimenti in R&S e comunicazione, rendono possibile una concreta innovazione di prodotto.

La presenza tra i relatori di Massimiliano Zampella di Home Depot e di Yves Puddu di Mr Bricolage indica un Bricoday di respiro più internazionale rispetto agli anni passati? Il coinvolgimento di importanti realtà straniere del bricolage è stata una necessità dettata dal tema da affrontare oppure è una tendenza che troveremo anche nelle prossime edizioni?

E’ venuto il momento, per il BricoDay, di ampliare i propri confini e accogliere testimonianze importanti provenienti da realtà estere – sottolinea con forza Giulia Arrigoni -.

Quest’anno abbiamo voluto proporre, visto il tema Private Label, due presenze significative di insegne internazionali ma molto differenti tra loro.

Home Depot, la prima insegna di bricolage al mondo, di origine statunitense e Mr Bricolage, la catena francese che ha fatto del franchising una formula di successo.

Entrambe affronteranno la tematica con spunti e punti di vista estremamente interessanti e diversificati.

Bricoday è passato da una platea di 300 operatori del primo anno, il 2008, alle 1.200 presenze dell’anno scorso e da una presenza di 33 stand di aziende del settore nel 2010 ai 100 annunciati per quest’anno. A cosa è dovuto un successo così rapido e numericamente importante?

Direi che il successo è dovuto da un lato alla formula della manifestazione, dall’altro alla credibilità della proposta – dice Maurizio Casolaro -.

La formula piace ai visitatori e agli espositori perché in uno spazio e in un tempo limitato hanno la possibilità di approfondire tematiche di mercato, consolidare rapporti commerciali, sviluppare nuovi interessi di business.

La credibilità deriva dal fatto che ogni anno portiamo a BricoDay relatori di ottima caratura, che gli argomenti sono interessanti e ben sviluppati e che all’interno della manifestazione si possano incontrare i principali personaggi di produzione e distribuzione.

I numeri, il trend di crescita e la contrazione dei tempi dedicati al convegno (già dallo scorso anno non c’è stata la sessione pomeridiana) ci fanno venire in mente la parola fiera. E’ una nostra sensazione sbagliata oppure nel futuro del BricoDay è presente la prospettiva di diventare quella fiera del bricolage che in Italia manca da tanto tempo?

Personalmente non ho niente contro la parola “fiera” – specifica Maurizio Casolaro -, che viene invece demonizzata da molti.

Detto ciò non credo che BricoDay diventerà mai una fiera nell’accezione classica del termine. Non sono d’accordo sul fatto che abbiamo ridotto l’attenzione sulla parte convegnistica, tanto da ritenere la mattinata di quest’anno forse la migliore di sempre.

E’ vero che già dall’anno scorso abbiamo introdotto nel pomeriggio dei seminari, ma non li ritengo inferiori a livello di contenuto rispetto alle relazioni della mattina.

Quest’anno per esempio presentiamo un interessantissimo case study da noi commissionato con un intervento mirato sul punto vendita.

Certamente la parte espositiva è quella che è cresciuta di più; abbiamo risposto alle richieste di un numero sempre maggiore di aziende che ha visto in BricoDay un momento di confronto con la distribuzione che non esisteva in Italia.

Tuttavia non sono sicuro che tali aziende sarebbero disposte a partecipare ad una fiera vera e propria.

Ritengo che con la formula di una giornata abbiamo raggiunto il livello massimo di aziende, oltre non sarebbe possibile garantire un tempo adeguato di contatto.

Per il futuro abbiamo alcune opzioni in cantiere, ma preferisco valutare l’andamento di quest’anno e poi trarre delle conclusioni.

Settembre 2012

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