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Terremoto Emilia: ferramenta Nardi

a cura di Avatar photo

Come abbiamo preannunciato nell’articolo “Terremoto Emilia: ripartire subito” che trovate nella Rotta di Navigazione la situazione dei negozi di ferramenta nelle zone devastate dal terremoto è drammatica.

Si tratta di negozi generalmente siti all’interno delle città, quindi particolarmente lesionati e certamente inagibili e in più, in molti casi le famiglie titolari del negozio hanno avuto seri problemi anche nelle loro abitazioni.

Si tratta quindi di situazioni in cui le tre scosse di terremoto hanno devastato tutto: casa e lavoro.

Una delle ferramenta più importanti della zona è la Ferramenta Nardi di Cavezzo, con cinque vetrine sulla via Primo Maggio e la sesta al di là dell’angolo con via Cavour, era un punto di riferimento per gli abitanti del paese ma anche, anzi soprattutto per le tante aziende. industriali e artigiane, che popolano la zona.

Sul confine con la zona rossa di Cavezzo la Ferramenta Nardi ha subito gravi danni e quindi è rigorosamente con le saracinesche abbassate.

Abbiamo incontrato la famiglia Nardi, papà Silvio, mamma Chiara Malagoli (ci tiene al suo cognome) e il figlio Marcello, quarta generazione, quest’ultimo, di una tradizione familiare che ha visto l’apertura della ferramenta nel 1930 ad opera del nonno di Silvio Nardi.

Questo, ovviamente, accresce, per quanto possibile, il dolore ancora di più.

Il punto vendita della famiglia Nardi è in una palazzina che vede, nei piani superiori, gli appartamenti di papà e mamma e, al terzo piano del figlio.

In questo momento la famiglia Nardi è alloggiata in un camper prestato da un amico nella periferia di Cavezzo, vicino a quelle industrie che per tanti anni sono state loro clienti.

Sono stati momenti terribili – racconta Silvio Nardi con gli occhi lucidi -, in particolare le scosse del 29. Con il terremoto del 20 avevamo avuto danni ma, per esempio gli appartamenti erano ancora agibili. Le scosse del 29 invece hanno distrutto il negozio facendo crollare due muri e seriamente danneggiato gli appartamenti. Non è crollato tutto perché hanno retto le colonne e i muri portanti, ma all’interno è un vero disastro.”

Sarà possibile ripartire?

Deve essere possibile – ribatte mamma Chiara con determinazione -. Nostro figlio è la quarta generazione della storia di una famiglia che ha fatto nascere e crescere il negozio di ferramenta rendendolo importante, per noi e per tutto il paese. Abbiamo bisogno di un aiuto per poter ripartire e in questo senso lo Stato deve dimostrare di esserci, altrimenti è davvero la fine, per noi e per tutti.

Che cosa vi aspettate?

Solamente tre cose, a tutto il resto siamo in grado di far fronte noi insieme a tutti i nostri concittadini – dice Marcello Nardi. La prima è la rilevazione tecnica dei danni da parte della Protezione Civile in funzione della messa in sicurezza del negozio e degli appartamenti. Questa è una vera urgenza perché solo dopo questi rilevamenti potremo rientrare nel negozio e salvare la merce salvabile, mettendola peraltro a disposizione di tutti. La seconda cosa è che arrivino velocemente gli aiuti in termini di finanziamenti per consentirci di attivarci da subito per rispristinare la normalità. Il terzo punto importante riguarda un alleggerimento della burocrazia che in Italia ha raggiunto un livello di complessità veramente folle.

Alleggerire la burocrazia – aggiunge Silvio Nardisignifica anche che i finanziamenti devono arrivare direttamente al nostro territorio, ai Comuni, senza passare attraverso chissà quali enti o istituzioni altrimenti il rischio è di allungare i tempi e assottigliare la quantità di denaro disponibile. Nel frattempo noi stiamo cercando un container per poter riprendere l’attività, ovviamente non potremo fare molto perché nella nostra ferramenta c’erano quasi 15 mila referenze, però è importante per noi e per i nostri clienti che ci sia una testimonianza della ripartenza.

I vostri clienti peraltro sono quelle aziende che hanno avuto anch’esse gravissimi danni ai capannoni e quindi sono anch’esse inattive.

Certamente, infatti queste tre richieste non valgono solo per noi ma per tutti. Le aziende che hanno avuto i capannoni distrutti sono i nostri clienti e senza di loro la nostra ferramenta è inutile. In televisione si parla solo di delocalizzazione delle multinazionali della zona, che certamente sarebbe un problema. Ma un problema ancora più serio sarebbe l’esodo delle piccole e medie imprese industriali o artigiane verso altri comuni, anche vicini. Abbiamo già sentito qualcuno dire che se non arrivano velocemente gli aiuti conviene di più spostarsi altrove, in un capannone già funzionante per poi ritornare a Cavezzo, forse, tra un paio d’anni quando la situazione si sarà di nuovo normalizzata. Questo significherebbe uccidere le attività commerciali e trasformare la nostra zona in un insieme di paesi dormitorio. La velocità degli interventi è essenziale, altrimenti tutto potrebbe essere inutile: questo è quello che i politici devono assolutamente capire.

Le aziende del settore vostri fornitori come si stanno comportando?

Da loro non potevamo aspettarci di più. Abbiamo avuto grande solidarietà sia morale che concreta. Sono stati già accordati da tutti dilazioni di pagamento importanti senza che ci fosse nemmeno il bisogno di chiederle. Nessuno tra i nostri fornitori ha creato il minimo problema, anzi abbiamo trovato in tutti grande solidarietà e volontà di darci una mano.

Non possiamo quindi chiedere loro di più?

Direi di no, se non di aiutarci a fare pressione presso le istituzioni affinché facciano velocemente il loro dovere. Noi lavoriamo con aziende e grossisti molto importanti, la loro forza potrebbe rivelarsi di grande aiuto ed efficacia per fare pressione sul mondo della politica. Abbiamo saputo che Michele Tacchini, nostro fornitore da tanti anni con la sua storica azienda Malfatti & Tacchini, è recentemente diventato il Presidente di Assofermet, l’associazione dei grossisti di ferramenta. Credo che Assofermet sia proprio la realtà più importante e più significativa del settore ferramenta, in questo senso una loro pressione politica potrebbe essere straordinariamente importante.

Nella foto in alto: da sinistra Marcello e Silvio Nardi.

8 giugno 2012

ROTTA DI NAVIGAZIONE:

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