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a cura di Avatar photo

MADE expo è stato presentato ad una nutrita platea di giornalisti che hanno avuto modo di ascoltare considerazioni e previsioni di alcuni pezzi da 90 della nostra economia.

Sul palco, per presentare la manifestazione milanese dell’edilizia, erano presenti: il vice ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, il presidente di Federlegno-Arredo Roberto Snaidero, il presidente di Assimpredil Ance Claudio De Albertis, il presidente di Made Eventi Andrea Negri e il commissario del Governo per Expo 2015 Giuseppe Sala.

Il clima non era cero dei migliori.

Giorgio Squinzi, pur rilevando timidi segnali di ripresa nel settore da accreditare alle ristrutturazioni, ha voluto sottolineare come le nuove costruzioni siano ancora completamente ferme con l’effetto di una perdita nell’edilizia di 150 mila posti di lavoro e 12.800 aziende che hanno chiuso i battenti.

In questo contesto l’esortazione di Squinzi agli organizzatori del Made è accorata: “sono sempre stato un sostenitore delle fiere come strumento di politica industriale. Ho sempre sostenuto, il Saie e il Cersaie prima e ora il Made, dal quale mi aspetto un forte impegno nell’attrarre a Milano visitatori esteri.”

Entrando nel merito delle scelte strategiche di Made dobbiamo evidenziare in primo luogo la scelta della biennalità e le nuove date: 18 – 21 marzo 2015.

Andrea Negri ha in questo senso evidenziato come “Made raccolga al suo interno 150 associazioni di categoria, 37 settori merceologici e 1.137 specificità aziendali. La necessità è quella di soddisfare le esigenze di tutti e le nuove date vanno in questo senso. Riguardo alla biennalità abbiamo ritenuto sia la giusta dimensione temporale per rappresentare l’innovazione del settore.”

In realtà il posizionamento di Made nel mese di marzo è stato scelto anche per precedere e cogliere le opportunità di traino dell’Expo2015.

Per noi di Made – ha spiegato Squinzil’Expo2015 dovrà essere uno specchietto per le allodole che ci consentirà di attrarre il massimo numero di visitatori esteri.” In questo senso Made anticiperà i contenuti di Expo2015: con “Building the Expo“, uno spazio in cui il visitatore della fiera avrà la possibilità di conoscere in anteprima i padiglioni, le tecnologie e i materiali di Expo2015.

L’importanza della manifestazione e la collocazione immediatamente precedente a Expo2015 raccoglie anche l’interesse del Ministero dello sviluppo economico che per voce del vice ministro Carlo Calenda ha dichiarato che “Made expo è uno degli eventi su cui vogliamo investire più risorse. Come ministero stiamo lavorando per far interagire le imprese italiane e gli investitori stranieri, e da questo punto di vista Made rappresenta un interlocutore privilegiato, perché unisce un progetto di filiera a un appeal internazionale”.

Quindi biennalità, specializzazione e internazionalità risultano essere le parole d’ordine di Made 2015 che peraltro, in termini organizzativi, è stata anche razionalizzata con la costituzione di quattro Saloni specializzati che raccoglieranno in maniera razionale e facilmente visitabile tutte le proposte delle oltre mille aziende espositrici.

In particolare i quattro Saloni saranno dedicati a: Costruzioni e materiali, Involucro e serramenti, Interni e finiture, Software, Tecnologie e servizi.

A fronte di queste premesse è lecito aspettarsi un Made in grande spolvero e in grado di rispettare tutte le aspettative di un settore in difficoltà come è l’edilizia.

Tutto bene quindi se non fosse per il brivido che ha percorso la platea dei giornalisti quando, al termine della presentazione di Made ha preso la parola, Giuseppe Sala, commissario del Governo per Expo 2015, il quale, tradendo il contenuto del comunicato ufficiale presente in cartella stampa, che stima 30 milioni di visitatori a Expo2015, ha auspicato l’arrivo a Milano durante l’esposizione universale di 20 milioni di persone.

Ma questo è il meno, anche se 10 milioni di persone in più o in meno non sono propriamente poca cosa, quelle che più preoccupano sono le due affermazioni successive, quando Sala ha voluto sottolineare che da quando viene assegnato l’Expo a quando si aprono i battenti passano 9 anni, un periodo di tempo molto lungo in cui è difficile tenere la barra dritta, anche perché in realtà “succede tutto negli ultimi 11-14 mesi”.

Evitiamo commenti e passiamo alla seconda affermazione che ci ha preoccupato e che riguarda la difficoltà, secondo Sala, di convincere i 20 milioni di visitatori a cui ambisce Expo2015 a venire a Milano per apprezzare l’esposizione mondiale: “chi è il visitatore di Expo? L’esposizione universale non ha una specializzazione come Made, è un’esperienza immersiva e in quanto tale promuoverla e convincere le persone a visitarla non è facile.”

Intendiamoci, il curriculum professionale di Giuseppe Sala, con esperienze di altissimo livello in Pirelli e in Telecom per poi approdare alla direzione generale del Comune di Milano e infine assumere la guida di Expo2015, prima come amministratore delegato e poi come Commissario unico del Governo, è di assoluta eccellenza, tuttavia non possiamo evitare di rilevare che le due affermazioni che abbiamo riportato possano creare qualche perplessità sul fronte dell’organizzazione squisitamente fieristica.

Lasciamo perdere gli aspetti legati all’organizzazione strutturale che vede i cantieri procedere nei lavori con un certo ritardo, che potrebbe peraltro essere ulteriormente aggravato dai recenti fatti relativi allo scandalo delle infrastrutture lombarde e ai conseguenti arresti.

Marzo 2014

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