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SAGA
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L’alluminio, se usato in profilati di limitato spessore, si può tagliare semplicemente con un seghetto a mano per metalli, mettendo il profilato in morsa.

Se i tagli sono ripetuti e lo spessore aumenta può succedere che la lama del seghetto si “impasti” a causa proprio della duttilità dell’alluminio.

Per evitare l’inconveniente si può passare sulla lama un normale gessetto da lavagna.

Per tagli curvi o sagomati va benissimo il seghetto alternativo dotato dell’apposita lama per alluminio, che ha denti più larghi rispetto a quelli della lama per ferro.

Lo stesso discorso vale per la sega a nastro.

Per chi ha la fortuna di possederla, la troncatrice (con lama adatta e velocità elevata) è comunque lo strumento più adatto per il taglio dell’alluminio.

Il fissaggio tra profilati

Il fissaggio tra profilati in alluminio di effettua di solito mediante rivettatura o con i ribattini; quando però il profilato poggia su una superficie di legno o lamiera, si usano viti autofilettanti.

Interessante è la soluzione di unire tra loro gli angolari mediante una L di acciaio inserita in un apposito binario.

La saldatura

In effetti la saldatura dell’alluminio presenta alcune difficoltà. Il motivo è che il metallo si ossida con grande facilità, ricoprendosi di ossido d’alluminio o allumina.

E’ proprio questa patina che crea maggiori difficoltà nella saldatura perché ha un punto di fusione maggiore del metallo base: succede così che sotto l’azione del cannello a gas, lo strato di allumina non fonde, mentre l’alluminio sottostante è già fuso.

Per saldare quindi si rende necessario l’uso di particolari polveri disossidanti che “sciolgono” l’allumina in scorie fluide e leggere.

Il disossidante è in genere contenuto nelle bacchette di materiale d’apporto, in alluminio purissimo, che sono cave.

Per la saldatura di lamierini sottili senza materiale d’apporto la polvere viene sciolta in acqua e cosparsa sui bordi da saldare.

L’incollaggio

Per l’incollaggio dei profilati con il legno si usa un adesivo a contatto.

Per riempire fori o avvallamenti e per un’adesività particolarmente forte si adopera quello epossidico a due componenti (ne esiste un tipo che contiene polvere d’alluminio) che dopo l’asciugatura può essere lavorato come l’alluminio stesso.

La verniciatura

La verniciatura dell’alluminio, che un tempo presentava seri problemi perché la pellicola di colore si sfogliava, oggi è piuttosto semplice grazie all’uso di fondi speciali, appositamente sutdiati per le leghe leggere, che si possono trovare in qualsiasi colorificio.

Sono fondi a due componenti e si applicano a spruzzo previa sgrassatura delle superfici; accettano, una volta ben asciutti, qualunque tipo di vernice, sia da esterni che da interni.

L’alluminio anodizzato

L’anodizzazione dell’alluminio avviene per elettrolisi ed è un processo industriale non riproducibile da un fai da te.

Esistono comunque degli artigiani o piccole ditte che eseguono l’anodizzazione di profilati o lamiere d’alluminio con una spesa relativamente bassa.

E’ sempre consigliabile utilizzare alluminio anodizzato perché non necessita di manutenzione, basta pulirlo ogni tanto con uno straccio imbevuto di diluente nel caso ci fossero tracce di grasso.

Ogni materiale abrasivo è severamente vietato, contrariamente all’alluminio grezzo, non anodizzato, che può essere levigato quando diventa opaco, con una paglietta di lana d’acciaio imbevuta di sapone (la stessa che si usa per le pentole).

Per la lucidaura si può utilizzare del polish d’automobile applicandolo con il platorello di lana d’agnello montato sul trapano.

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