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SAGA
Informazione sul DIY in Italia

La cultura del verde e della sua cura sta entrando sempre di più nella vita degli italiani.

Lo testimonia l’importanza crescente dei reparti dei prodotti per il giardinaggio nella grande distribuzione, ma anche la nascita di gruppi di guerrilla gardenining oppure la sempre maggiore attenzione verso l’alimentazione sana e a chilometro zero. In quest’ambito, in cui la crisi economica può essere considerata solo uno stimolo in più, ma che deve essere annoverato nell’ambito di una crescita culturale e di sensibilità, estremamente interessante e numericamente importante è la tendenza all’hobby farming, cioè l’agricoltura per passione.

Persone che hanno ereditato o acquistato un terreno agricolo e si dedicano per proprio piacere personale alla sua coltivazione.

A questa figura emergente è stato dedicato un convegno nell’ambito di Fieragricola, la manifestazione più importante che abbiamo in Italia per il grande comparto dell’agricoltura, grazie all’impegno della rivista Vita in Campagna (Edizioni L’Informatore Agrario), che ha commissionato a Nomisma una specifica ricerca sul fenomeno dell’hobby farming. I risultati sono estremamente interessanti.

La ricerca è stata elaborata grazie alle risposte di 4 mila abbonati alla rivista Vita in Campagna (su un totale di 82 mila abbonati) ad un questionario molto articolato.

Ma partiamo dal principio.

La prima domanda che i ricercatori di Nomisma si sono posti parte dall’analisi dei censimenti agricoli, svolti dall’Istat, che evidenziano come le superfici agricole dal 1990 al 2000 abbiano perso quasi 2 milioni di ettari di terreno coltivato, a fronte di una diminuzione di circa 430 mila aziende agricole.

Considerando però che le aziende agricole non sono cambiate, rimanendo attorno alla media di 5 ettari di superficie agricola utilizzabile, segno evidente di un mancato processo di accorpamento fondiario, i ricercatori di Nomisma si sono chiesti: “e allora dove sono finiti questi 2 milioni di ettari di superficie agricola?

A questo punto hanno preso in considerazione un’altra rilevazione, la Corine Land Cover (CLC), relativa ad un progetto europeo che si occupa di fornire dati sull’uso del suolo tramite una visione via satellite dello stesso.

Ebbene, secondo la CLC, sempre dal 1990 al 2000 il calo delle superfici agricole in Italia è di soli 143 mila ettari.

Questo significa che la superficie agricola non più rilevata dal censimento Istat non è scomparsa: ha solamente cambiato possessore, passando da un agricoltore ad un altro soggetto “estraneo” al settore primario.

Ricordiamo che Istat rileva i terreni agricoli coltivati da agricoltori per professione.

E’ del tutto probabile, e i dati successivi lo certificheranno in maniera certa, che i circa 1,8 milioni di ettari di discrepanza tra il censimento Istat e le rilevazioni CLC siano proprio da accreditare agli hobby farmer, persone che hanno ereditato o che hanno acquistato un terreno e che hanno deciso di coltivarlo per semplice passione, senza alcuno scopo di lucro o di commercializzazione dei prodotti ottenuti (ecco perché sfuggono al censimento Istat).

Oltre un milione di Hobby Farmer

Il dato non può essere preciso ma non si sbaglia se si dice che in Italia gli agricoltori per passione sono poco meno di 1 milione e mezzo, ciascuno dei quali gestisce, mediamente, una superficie agricola di 1,2 ettari, per la precisione 12.057 metri quadrati.

Nel 53,3% dei casi tali appezzamenti di terra sono in collina, nel 38,4% in pianura e nell’8,3% dei casi in montagna.

Secondo i dati Nomisma la scelta di coltivare un terreno da parte degli hobby farmer dipende , nella maggior parte dei casi, dalla volontà di consumare prodotti più sani e genuini (62,5%) e dalla voglia di stare all’aria aperta (61,7%).

Lo scopo di lucro è sostanzialmente assente, tant’è che tra gli intervistati di Nomisma solo il 14,2% ha dichiarato di ricavare qualche redito dalle proprie coltivazioni.

Inoltre, che la coltivazione abbia una connotazione familiare deriva anche dal fatto che nel 50,1% dei casi l’abitazione della famiglia si trova all’interno del terreno coltivato e nel 31% dei casi è nello stesso comune del terreno.

Chi é l’Hobby Farmer?

Nell’89% dei casi l’hobby farmer è un uomo, con un’età media di 56 anni e un alto grado di scolarizzazione. Il 46,3% ha un diploma di scuola media superiore, il 21,6% è laureato (il 3,2% in scienze agrarie o veterinaria), stessa percentuale, 21,6% detiene una licenza di scuola media inferiore e solo il 6,4% si è fermato alla licenza elementare o non ha nessun titolo di studio.

La scelta di coltivare la terra non è legata alla moda o alla crisi economica, tant’è che nel 50,7% dei casi l’attività agricola amatoriale è praticata da oltre 15 anni.

Il tempo che egli dedica alla propria terra è, nel 45% degli intervistati inferiore alle 10 ore alla settimana, in particolare per quel che concerne i liberi professionisti, gli impiegati e i dipendenti pubblici; il 38,2% si dedica dalle 10 alle 20 ore alla settimana, in particolare gli operai, mentre il restante 16,8%, in particolare pensionati, lavora la propria terra per oltre 20 ore alla settimana.

L’intenzione dichiarata è certamente orientata alla prosecuzione dell’attività di agricoltore amatoriale.

Alla domanda relativa a cosa fare del terreno coltivato nei prossimi dieci anni, il 73,3% ha risposto di volerlo mantenere allo stato attuale e il 16,5% di ampliarlo acquistando dell’altro terreno.

Solo il 2,6% si dichiara disposto a prendere in considerazione l’idea di venderlo.

Cosa coltiva nel suo terreno?

Alla domanda riguardante le coltivazioni preferite dagli hobby farmer era ovviamente possibile una risposta multipla, per questo nell’88,6% dei casi troviamo l’orto, nel 65% il frutteto, nel 34,3% il vigneto e nel 32,3% l’uliveto, in quanto colture preferite. Inoltre si deve rilevare come il 39,2% degli hobby farmer nel proprio terreno si dedichino anche all’allevamento di animali, soprattutto polli e galline (86,6%), ma anche conigli (39,8%), api (14,7%), capre e pecore (13.6%), equini (8,1%) e suini (7,5%).

Per poter sviluppare le sue attività l’agricoltore per passione possiede attrezzi manuali (89,3% dei casi), un decespugliatore (86%), una motozappa (55,5%), un rasaerba (50,7%), un piccolo trattore (28,8%), una motofalciatrice 26%) e altri macchinari per la trasformazione diretta dei prodotti coltivati, come i minifrantoi, le macchine per l’imbottigliamento o altro (3,4%).

Oltre alle macchine ogni anno gli hobby farmer acquistano con un’alta ricorrenza: sementi (74,2%), concimi (66,9%) e antiparassitari/agrofarmaci (59,7%).

Il tutto per una spesa media annuale che si aggira intorno ai 1.000 euro per ettaro.

Dove acquista quello che gli occorre?

L’hobby farmer predilige per i suoi acquisti i canali specializzati quali i consorzi agrari (62,9%) e i rivenditori specializzati (44,1%), questo anche perché sente la necessità del confronto con un esperto per raccogliere informazioni e consigli.

Tra gli altri canali di vendita troviamo i garden center (22,5%) i centri per il bricolage (16,6%) e gli iper o supermercati (6,4%).

Internet, che per gli acquisti è in fondo alla classifica e viene utilizzato solo dal 3,2% degli hobby farmer, è invece molto importante per la raccolta delle informazioni necessarie in funzione della scelta di un determinato prodotto, ma anche per ricercare consigli utili per le coltivazioni.

Il 31,8% degli hobby farmer si rivolge a internet per la raccolta delle informazioni, secondo solo alle riviste specializzate (52%) e al confronto diretto con altri agricoltori (38,3%); ma davanti ai manuali (30,2%) al personale delle rivendite (27,7%) e alle fiere (24,4%).

Febbraio 2010

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