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a cura di Avatar photo

Non c’è che dire, Progetto Fuoco è decisamente una bella fiera, ben organizzata e certamente un punto di riferimento per il mercato delle stufe, dei caminetti, delle caldaie e in generale l’intero comparto del riscaldamento da biomasse legnose.

Questa volta, contrariamente a quanto ci è accaduto per altre manifestazioni fieristiche non stentiamo a credere alla soddisfazione manifestata da Veronafiere per l’esito di questa nona edizione di Progetto Fuoco, annunciando il record del numero di espositori, di superficie e di pubblico: 653 le aziende giunte da 36 Paesi, 85 mila mq occupati e 75 mila visitatori professionali nei cinque giorni di rassegna, dal 19 al 23 febbraio 2014.

Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, rileva che questo “successo testimonia la crescente importanza del settore nel futuro.

Sostenibilità ambientale ed economica sono temi a cui è necessario guardare su scala globale.

Per questo abbiamo fatto di Progetto Fuoco 2014 una fiera ancora più internazionale, col 33% delle aziende estere. I visitatori stranieri, provenienti da tutto il mondo, sono pari al 15% del totale.

Veronafiere ha creato un vero e proprio polo mondiale per prodotti e contenuti, sia in termini di formazione sia di momento decisionale per le scelte strategiche del comparto”.

Innovazione tecnologica e attenzione al design dei produttori sono stati i cavalli di battaglia delle aziende del settore presenti in Fiera.

Due padiglioni sono stati dedicati alle caldaie, ai grandi impianti, agli accessori e a spazzacamini e fumisti; quattro sono stati invece rivolti agli apparecchi domestici.

Le stufe a pellet sono apparse numericamente più presenti di caminetti e cucine, a testimonianza del fatto che l’Italia è il primo consumatore mondiale di pellet, con 3,3 milioni di tonnellate bruciate nel 2013.

Il consumo di cippato è stato di 4,7 milioni di tonnellate e quello della legna di 19,3.

Molto importante è stata la presenza in Fiera dei produttori di pellet provenienti da tutto il mondo.

Il tema economico del pellet e della legna potrebbe essere centrale per l’Italia se non fosse per una politica forestale che non tiene conto del fatto che il nostro Paese possiede una grande risorsa: negli ultimi 60 anni i boschi italiani sono raddoppiati (oggi 11 milioni di ettari, con una crescita pari a 70.000 campi di calcio in più ogni anno).

A Progetto Fuoco gli esperti hanno auspicato maggiori incentivi per chi si occupa del patrimonio boschivo e interventi che facciano nascere nuove attività di raccolta e trattamento del legname, anche per rispondere al gap tra le 300 mila tonnellate di pellet prodotte in Italia e i 3,3 milioni consumati.

Marzo 2014

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