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SMITH’S American: lo sportswear in ferramenta

a cura di Avatar photo

L’abbigliamento sportswear entra in ferramenta.

Artefice della notizia e dell’iniziativa e la A.MODA spa, azienda produttrice e distributrice di marchi famosi dell’abbigliamento sportivo come Everlast, Alpha, Empire e Kangol, ai quali si è recentemente aggiunto SMITH’S American, marchio leader negli Stati Uniti per i suoi abiti da lavoro.

Finalmente avremo abiti da lavoro da poter mostrare: lo stile della collezione Smith’s American è quello tipico dell’abbigliamento sportswear ma la robustezza e la funzionalità è quella degli abiti da lavoro, tant’è che l’intera collezione, sia gli abiti che le scarpe, sono testati e certificati a norma di legge per poter essere considerati a tutti gli effetti nel comparto dell’antinfortunistica.

L’intera collezione sarà a disposizione nei negozi a partire dal prossimo mese di ottobre 2005.

Ne abbiamo parlato con Claudio Antonioni, responsabile dello sviluppo commerciale del marchio.

“Stiamo affrontando con grande entusiasmo questa nuova sfida – spiega Claudio Antonioni -. Da un punto di vista commerciale abbiamo selezionato circa 300 punti vendita, concentrati fondamentalmente al nord e al centro Italia che, devo dire, hanno accolto davvero benissimo le nostre idee e i nostri prodotti. Finalmente, contrariamente a quanto accade nel mercato della moda, abbiamo trovato una distribuzione aperta, interessata e, soprattutto, che applica margini umanamente accettabili (intorno al 40%, tre volte meno rispetto al settore moda). Questo ci consente di proporre al pubblico una collezione di abbigliamento di alta qualità certificata, a prezzi assolutamente interessanti. Questo significa avere la possibilità di guadagnare tutti, rendendo un servizio vero ai consumatori.”

Un esempio rispetto ai prezzi?

Un jeans di alta qualità sia nei materiali che nelle finiture a 60 euro al pubblico. Oppure un piumino, in piuma d’oca e di una bellezza e robustezza uniche, a 90 euro. Le basta?

Direi proprio di si. Strabiliante. Quali sono esattamente i canali distributivi che avete coinvolto in questa operazione Smith’s American?

Abbiamo trovato un’ottima penetrazione nel canale delle rivendite di materiale per l’edilizia, dove già sono presenti degli spazi dedicati agli abiti da lavoro. Al secondo posto metterei i negozi di antinfortunistica e poi le ferramenta, i garden center e i centri fai da te indipendenti.

Niente grande distribuzione specializzata?

Per il momento no, abbiamo preferito una scelta selettiva in modo da poter curare al meglio l’andamento della collezione e le esigenze di ogni singolo punto vendita. A ottobre i prodotti saranno nei punti vendita, poi vedremo.

Il vostro target di riferimento è quindi sia il consumatore professionale (artigiano, meccanico, ecc.) che il privato dedito al bricolage e al giardinaggio?

In questa prima fase devo dire che stiamo dedicando una grande attenzione al professionista, tuttavia credo che i privati che fanno bricolage o giardinaggio potranno avere grandi soddisfazioni dalla nostra offerta. La collezione Smith’s American è adatta per chiunque voglia indossare abiti robusti, sicuri ma anche belli. Consideri che negli Stati Uniti la testimonial Smith’s American è Cindy Crawford nel proprio giardino. Comunque siamo solo agli inizi. Sarà da ottobre in poi, cioè quando la collezione sarà nei negozi, che avremo la possibilità di capire con precisione le reazioni del pubblico.

L’intervista è stata realizzata il 25 luglio 2005

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