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Macef 2009
a cura di Avatar photo

Era una delle manifestazioni più importanti di FieraMilano. Il Macef, nata come Mostra Articoli Casalinghi e Ferramenta, si è evoluta nel tempo eliminando la merceologia della ferramenta e acquisendone altre più orientate alla casa e al design.

Nel settembre 1994, esattamente 15 anni fa, la manifestazione si estendeva su una superficie di 174.478 metri quadrati e comprendeva 3.800 aziende.

Nel settembre 1998 il calo era già sensibile ma il Macef rimaneva comunque una grande fiera: l’organizzazione in quell’anno dichiarò la presenza di oltre 3.000 aziende per un’area occupata pari a 123 mila metri quadrati.

Ma veniamo a questo settembre 2009. Ecco i numeri: 1.600 aziende per 78 mila metri quadrati di esposizione.

Il declino è fin troppo evidente.

Naturalmente anche sul fronte dei visitatori si registra un sensibile calo, infatti se 15 anni fa si sfioravano le 100 mila presenze, quest’anno l’organizzazione ha dichiarato un totale di 72 mila visitatori, con un calo del 3,5% rispetto all’edizione del settembre 2008.

Nella lettura di questi numeri bisogna anche tenere conto che il Salone Bijoux, un tempo autonomo, oggi è inglobato all’interno di Macef, contribuendo quindi alle statistiche, il che ovviamente aggrava ancora di più la situazione.

Al di là dei numeri, che sono comunque indicativi, quelli che sono cambiati sono i contenuti della manifestazione e la sua organizzazione.

Infatti dieci anni fa i settori in cui era diviso il Macef erano nove e ciascuno era caratterizzato da un colore per facilitarne l’individuazione e il percorso: Oro/argento, colore rosso; Cultura della Tavola, colore blu; Cucina, colore giallo; Casa & Housing, colore marrone; Bomboniere, colore rosa; Artigianato, colore verde scuro; Quadri, Cornici, Specchiere, Stampe, Miniature, colore lilla; Fiori e Piante Artificiali, Cesterie, Cererie, colore fucsia; Trade, colore verde chiaro.

Non è presente il settore della bigiotteria perché, come abbiamo già ricordato, al tempo era una manifestazione autonoma e a se stante.

Oggi, se togliamo i due padiglioni di Bijoux troviamo un Macef con quattro padiglioni (2, 4, 6, 10), praticamente metà manifestazione, occupati dal settore “arredo e decorazione”, due padiglioni (14 e 18) dedicati all’articolo da regalo, mentre solo tre padiglioni e mezzo (1, 5, 7 e metà del 3) hanno ospitato le famiglie merceologiche che hanno fatto la fortuna del Macef per tanti anni: cultura della tavola, la cucina, oro e argento, complemento d’arredo e design.

Inoltre, in qualità di visitatori, non possiamo evitare di rilevare come l’organizzazione interna della mostra si sia allontanata fortemente dalla suddivisione precisa dei padiglioni, addirittura identificati per colore, per apparire come un grande e disordinato bazar.

A prima vista quello che non si capisce è a chi è indirizzata l’esposizione, a quale tipo di visitatore: alla grande distribuzione, allo specializzato, al mercatone, al bazar?

Se a queste condizioni si aggiunge il calo del budget promozionale e i costi che il quartiere di Rho-Pero impone a qualsiasi visitatore, ecco che si comprende anche il calo degli operatori tra gli stand.

Sulla base di queste considerazioni viene difficile addebitare tutte le responsabilità alla crisi economica, che pur esiste e certamente incide: il mercato è cambiato, sono cambiati i manager come il sistema distributivo come i consumatori.

La sensazione è che se un tempo il Macef accompagnava il mercato nei suoi cambiamenti, oggi stenti addirittura a inseguirli.

Settembre 2009

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