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cumulo per il compostaggio

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La composizione del cumulo per il compostaggio

a cura di Avatar photo

Per quanto riguarda la costruzione vera e propria del cumulo esiste un primo metodo che consiste nel costruire un contenitore con mattoni o legni, alto almeno un metro e mezzo e largo altrettanto, lasciando però il lato frontale facilmente accessibile, tramite una chiusura che possa essere rimossa.  

L’altro metodo, meno impegnativo, è quello di formare una specie di mucchio di materiali a forma di piramide tronca, alto circa 1 m. e largo circa 2 m. alla base.

Questo metodo è quello che più si identifica nel termine «cumulo». Il primo sistema è consigliabile per chi non avesse grandi spazi e quindi necessiti di ordine e pulizia, mentre il secondo, è ideale per chi ha spazio a sufficienza, in quanto è in grado di garantire una maggiore praticità di lavorazione.

I materiali del cumulo vanno disposti in strati ordinatamente alternati.

E’ senz’altro da evitare un  cumulo formato da un unico materiale.

E’ fondamentale, poi, un costante controllo del livello di umidità: il cumulo non deve essere troppo bagnato ne troppo asciutto; in quest’ultimo caso gli  organismi decompositori rallentano la loro azione fino a bloccarla del tutto; molti di essi hanno anche la capacità di incapsularsi, in attesa di tempi più umidi.

Se invece l’umidità è in eccesso, per  esempio dopo una grande pioggia, l’acqua si deposita nelle fibre del composto e nelle cavità del materiale, sottraendo spazio all’ossigeno e quindi impedendo il processo di decomposizione.

E’ opportuno perciò coprire il cumulo con un telo di polietilene per difenderlo dalle piogge, questa copertura non dovrà essere adagiata direttamente sul composto, ma posta sopra una impalcatura di legni o mattoni, in modo da permettere la libera circolazione dell’aria, per far respirare il cumulo.

Per quello che riguarda l’ubicazione del cumulo si dovrà tenere conto che il composto ha bisogno di calore, ma non sopporta il sole diretto; anche un luogo ventoso non è consigliabile per via del prosciugamento e della sottrazione di calore.

Un luogo a nord rispetto alla casa o in ombra completa rallenta di molto il processo di decomposizione; mentre l’ubicazione verso sud non rappresenta  certamente una condizione ideale.

Inoltre, se il terreno è particolarmente esteso, tenete conto che il deposito del cumulo dovrà anche essere facilmente raggiungibile con una carriola o con altri mezzi, per il trasporto agevole dei materiali.

Per la scelta del luogo si dovranno, quindi, tenere in considerazione tutti questi fattori.

Naturalmente il cumulo necessita di cure; in particolare occorre rivoltarlo ogni settimana, massimo due, in modo che, spostando i materiali più caldi dal centro verso l’esterno e facendo l’inverso con i più freddi, il processo di decomposizione si mantenga uniforme e regolare.

Come stendere il composto sul terreno

Stendere il composto sul terreno che si intende concimare è un’operazione molto semplice ma che deve essere eseguita con la migliore cura.

E’ bene utilizzare una zappa stando bene attenti a non danneggiare le radici delle piante presenti sul terreno.

Nel caso dobbiate concimare delle piantine piccole e il vostro composto abbia una natura grezza, è consigliabile setacciarlo.

Per quello che riguarda la quantità di composto da utilizzare non esiste alcuna controindicazione, in quanto una distribuzione troppo generosa di composto, a differenza di alcuni fertilizzanti chimici, non brucia ne  il terreno ne le piante.

In conclusione vogliamo segnalare due errori in cui facilmente si incorre, il primo è quello di sotterrare il composto al momento dell’applicazione supponendo che per le radici sia meglio riceverlo dal basso, non considerando che li processo di sviluppo avviene invece dall’alto verso il basso. 

Pertanto il composto va steso in superficie, sulla terra appena smossa e, in seguito, lavorato con un  rastrello.

II secondo errore è quello di abbandonare il composto steso sul suolo, sotto i raggi del sole; lo strato di humus del composto appena steso deve, invece, essere coperto e protetto dai raggi  solari, il cui calore potrebbe bloccare l’attività dei microrganismi obbligandoli a trasferirsi in profondità, in cerca dell’umidità necessaria alla loro sopravvivenza.

La copertura manterrà la superficie del terreno umida e vitale.

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