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Era il 1862 quando l’inglese Alexander Parkes presentava all’Esposizione Internazionale di Londra la propria Parkesine, un nuovo materiale che poteva essere “usato allo stato solido, plastico o fluido, (che) si presentava di volta in volta rigido come l’avorio, opaco, flessibile, resistente all’acqua, colorabile e si poteva lavorare all’utensile come i metalli, stampare per compressione, laminare.”

Sostanzialmente ciò che possiamo considerare a buon diritto come la prima materia plastica della storia dell’uomo.

Da quel punto di partenza si sono sviluppati nel tempo centinaia di polimeri che ci consentono oggi le più svariate applicazioni.

Nell’ambito di questa grande famiglia dei materiali plastici ce ne sono alcuni che siamo abituati a vedere, forse spesso senza riconoscerli, nei centri per il bricolage che frequentiamo.

Proviamo a riassumerli a descriverne le caratteristiche.

Policarbonato (PC)

Duro, leggero e trasparente (ha un livello di trasparenza dell’86% rispetto a quella del vetro), viene utilizzato per applicazioni che richiedono una notevole resistenza all’urto e proprietà di rendimento elevato.

Il policarbonato mantiene le sue qualità inalterate in un ampio range di temperature (da – 40°C a + 120°C) e risulta eccellente anche nel campo elettrico, date le sue caratteristiche di resistenza dielettrica e resistività ad alto volume.

Possiede una buona resistenza agli agenti atmosferici e ai raggi UV e ad acidi minerali, idrocarburi alifatici, oli, benzine e grassi.

È autoestinguente e può essere sottoposto a sterilizzazione.

Nella sua versione in lastre alveolari siamo abituati a vederlo e a usarlo per la protezione o la copertura di terrazze, tettoie per auto, pegolati, serre e verande.

Polimemetilmetacrilato (PMMA)


Il PMMA è trasparente, duro, rigido, relativamente fragile ma estremamente resistente all’abrasione, stabile se esposto ai raggi UV, ma facilmente infiammabile.

Si può produrre in numerose tonalità di colore, sia opaco che trasparente e viene largamente impiegato come soluzione antiurto al posto del vetro (

plexiglass).

Oltre che per una innumerevole serie di utilizzi specifici, il PMMA viene principalmente impiegato per la produzione di lastre trasparenti, vetri infrangibili, insegne pubblicitarie, bagni e relativi accessori, arredamenti, articoli decorativi e tecnici, giocattoli, apparecchi elettrici ed elettronici e articoli sanitari (specialmente in odontoiatria).

In lastre lo troviamo per la protezione e la copertura di terrazze, tettoie per auto, pergolati e verande.

Stiloacrilonitrile (SAN)

E’ un materiale caratterizzato dall’elevata trasparenza e una buona durezza superficiale, è resistente al calore e ai solventi organici (specie oli e carburanti) e ai raggi UV.

Ne esiste anche una tipologia rinforzatata con fibre di vetro, atossica, trasparente, resistente alla luce.

Il SAN viene usato nella produzione di piatti, posate e bicchieri di carta per usa e getta. Tipica applicazione è quella degli oblò delle lavatrici.

Con questo materiale si producono anche contenitori, spazzole, pomelli per radio e TV, parti per frigoriferi, barattoli, lampadari, strumenti scientifici ed applicazioni navali.

Nel bricolage lo usiamo spesso per la vetratura di porte, di serre e per la costruzione di pareti divisorie.

Polivinilcloruro PVC)

Il PVC, insieme al polistirolo, è probabilmente il polimero plastico più famoso.

Esistono due tipologie di PVC: quello flessibile (PVC-P), che è un materiale morbido ottenuto combinando il polimero con un liquido plastificante e quello rigido (PVC-U), cioè un materiale non plastificato, che si presenta rigido e duro.

Il PVC ha buona resistenza meccanica e chimica, scarsa infiammabilità, buon isolamento elettrico e buona trasparenza.

É un polimero con scarsa permeabilità all’acqua e ai gas, per questo è il più diffuso nelle applicazioni biomediche (fiale, sacche per drenaggi, cateteri, ecc.) e nel settore dell’edilizia (tapparelle, pavimentazioni, tubi).

Il PVC è largamente diffuso per la produzione di svariati manufatti in diversi settori, da quello edile a quello agricolo (film), elettrico (guaine per cavi elettrici), chimico (contenitori e rivestimenti anticorrosivi), automobilistico (componenti e accessori) e dell’abbigliamento (finta pelle e fibre tessili).

Nel bricolage lo possiamo trovare su bobine da cui ritagliare la dimensione desiderata e può essere utilizzato per gli usi più disparati tra cui la protezione di parti curve o la protezione di finestre e serramenti.

Oppure in pannelli colorati, morbidi al taglio, facili da lavorare e quindi utilizzabili facilmente per molti lavori di decorazione tra cui pannellature di diverso genere.

Polipropilene (PP)

Il polipropilene è un polimero estremamente versatile, facile da lavorare e, a seconda del processo produttivo, può essere flessibile o rigido, trasparente o opaco.

Generalmente ha una buona resistenza al calore (fino a 120°C) e un’ottima stabilità dimensionale e se trattato con cariche speciali può diventare resistente alla fiamma e ai raggi UV.

E’ estremamente leggero nella sua versione alveolare, è lavabile e tendenzialmente economico.

Il polipropilene viene solitamente impiegato nella produzione di vari manufatti, come contenitori per alimenti e stoviglie, flaconi per detersivi e prodotti per l’igiene personale, moquette, arredi o mobili da giardino; inoltre è molto usato nel settore medico (per la produzione di siringhe monouso) e in quello degli elettrodomestici.

Nel bricolage lo possiamo trovare in lastra piana, per piccoli lavori decorativi come tovagliette e pannelli antigraffio oppure in lastra alveolare, per realizzare rivestimenti lavabili, cartelli e pannelli di protezione.

Polistirene o Polistirolo (PS)



Non presenta cristallinità e la sua elevata fluidità lo rende estremamente lavorabile (taglio, piegatura, foratura, ecc.) quindi particolarmente adatto al bricolage.

Ha una buona resistenza alle sollecitazioni, meno agli urti.

E’ leggero e ha ottime proprietà ottiche e di trasparenza.

Il polistirene viene di norma impiegato per la produzione di imballaggi alimentari, elettrodomestici, suppellettili, giocattoli, strumenti musicali, siringhe.

Nel bricolage lo troviamo in lastra piana, per la realizzazione di cornici di quadri, box doccia e vetri per interni, oppure in lastra piana specchiata, adatto per specchiare pareti soffitti e pavimenti in modo sicuro.

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Una risposta a “La plastica per il bricolage”

  1. Avatar photo Angelo ha detto:

    Buon giorno avrei bisogno di una placca possibilmente di questo materiale, già che devo fabbricare pezzi con parti curve, avrei bisogno solo di circa un metro quadro (1) Grazie.

    POLISTIRENE o POLISTIROLO (PS)

    Non presenta cristallinità e la sua elevata fluidità lo rende estremamente lavorabile (taglio, piegatura, foratura, ecc.) quindi particolarmente adatto al bricolage. Ha una buona resistenza alle sollecitazioni, meno agli urti. E’ leggero e ha ottime proprietà ottiche e di trasparenza.

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