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Il Roseto di Monza è nato nel 1964 per volontà di Niso Fumagalli, industriale e Presidente della Candy, che l’anno precedente aveva fondato l’Associazione Italiana della Rosa, di cui è stato Presidente fino alla sua scomparsa nel 1990.

Nei numerosi viaggi di lavoro, il suo gusto di esteta era stato colpito dai grandi roseti di Francia, del Belgio, dell’Olanda, dell’Inghilterra, nei quali le associazioni nazionali della rosa tenevano concorsi annuali.

L’Italia, dove natura ed arte erano fuse da secoli, era illustre assente da questo mondo.

Così nel 1963 venne costituita la Associazione Italiana della Rosa con la finalità di estendere l’amore per la rosa e la sua coltivazione, di creare un roseto con concorsi annuali, stabilire un dialogo a livello professionale e dilettantistico in Italia e all’estero con le diverse associazioni esistenti e con tutti gli appassionati, curare la pubblicazione di un annuario.

Il 1964, tra non poche difficoltà, vide l’inizio dei lavori per la realizzazione del roseto.

Il terreno, all’interno del complesso della Villa Reale di Monza, era stato messo a disposizione dal Comune.

Il progetto portava la firma di due noti professionisti: l’architetto Francesco Clerici e l’architetto Vittorio Faglia, i quali diedero vita ad un ambiente armonioso e funzionale.

Il roseto, col suo terreno leggermente ondulato, il laghetto, i percorsi ben studiati per il pubblico, ha il pregio di inserirsi abilmente nel contesto circostante.

I lavori proseguirono per tre anni, senza però impedire che venissero banditi i primi concorsi per eleggere la rosa profumata, la rosa dell’anno, la più bella rosa italiana.

Il primo concorso ebbe luogo nel 1965, eccezionalmente nel mese di settembre.

Il premio più prestigioso, quello del profumo, fu vinto dall’olandese Jan Leenders, che cavallerescamente chiamò “Monza” la sua “creatura”, di un bel color rosa tenero e dall’intenso profumo.

Un breve cenno merita questo premio particolare.

I Concorsi Internazionali di Monza furono i primi a istituirlo, per risvegliare l’allora sopito interesse intorno a questo indiscutibile pregio della rosa, una caratteristica un tempo essenziale, ma che nelle rose “moderne” stava scomparendo.

Fu così deciso di assegnare alla vincitrice il premio più importante: la riproduzione in forma ridotta, in oro e pietre preziose, della corona della Regina Teodelinda, un cimelio di altissimo valore storico ed artistico risalente al VI secolo e custodito nel museo del Duomo di Monza.

Negli ultimi anni i Concorsi di Monza si avvalgono della collaborazione di Philippe Sauvegrain, esperto profumiere, che con grande competenza descrive il profumo della rosa vincitrice di questo premio.

Nonostante la sua già fervente attività, il Roseto Niso Fumagalli venne inaugurato ufficialmente nel 1970 alla presenza di una Madrina d’eccezione: la principessa Grace di Monaco, la quale consegnò personalmente i premi ai rosaisti vincitori di quell’anno.

In tempi recenti, grazie alla collaborazione con Anna Furlani Pedoja, paesaggista nonché Consigliere dell’Associazione Italiana della Rosa, sono stati introdotti nel roseto diversi elementi che hanno contribuito a dare maggior “movimento” alla sua struttura.

Il roseto è suddiviso in diverse zone: oltre allo spazio dedicato alle varietà dei Concorsi annuali e alle rose moderne in genere, che costituiscono la gran parte della collezione, il Roseto ospita anche una discreta raccolta di varietà antiche, disposte lungo la cancellata, sulle arcate di un gazebo, sulla passerella che attraversa lo specchio d’acqua e lungo la siepe di ligustro.

Vi è poi un settore dedicato a due tra i rosaisti italiani di più antica fama, Domenico Aicardi e Febo Giuseppe Cazzaniga, dove sono raccolte alcune tra le loro rose più famose.

Negli ultimi anni sono state create altre zone interessanti: “Il Giardino Segreto del Profumo“, così chiamata dalla sua creatrice Anna Furlani Pedoja, che racchiude, tra quinte di tasso, numerose varietà profumate, tra le quali “TEODELINDA 96“, un ibrido di tea bianchissimo e profumatissimo creato da Niso Fumagalli nel 1988.

Questa rosa fu scelta come emblema della prima Regional European Rose Conference, un convegno internazionale di alto livello tenutosi in Italia nel maggio 1996.

Un altro settore è stato dedicato alle rose che si sono fregiate del premio “Hall of Fame“, a partire dal 1973 fino all’ultima del 2003.

Questo prestigioso riconoscimento viene attribuito ogni tre anni, nel corso della World Rose Convention, ed è il risultato dei voti espressi dai soci di tutte le associazioni nazionali di rose che aderiscono alla World Federation of Rose Societies.

L’ultima zona, in ordine di tempo, è quella dedicata a personalità che si sono distinte nel mondo della rosa: Ester Fumagalli, Presidente dell’AIRosa; Lily de Gerlache, prima Presidente della World Federation of Rose Societies, Marie-Louise Velge, Past Vice-Presidente per l’Europa della World Federation of Rose Societies”; Rosenprofessor Sieber, illustre rodologo tedesco; Stelvio Coggiatti, il più famoso rodologo italiano, scomparso qualche anno fa”; Silvina Donvito, esperta non solo di rose, ma di giardinaggio in generale e, purtroppo, anche lei scomparsa recentemente.

Nel 1990, alla scomparsa del marito, è stata eletta Presidente dell’Associazione Ester Boschetti Fumagalli, che ha voluto continuare l’opera iniziata da Niso Fumagalli, fino al 2008, quando, a fronte delle sue dimissioni, l’Assemblea Generale dell’Associazione, designò come successore alla presidenza Silvano Fumagalli, figlio di Niso e di Ester.

Il Roseto è aperto gratuitamente tutto l’anno nei giorni feriali, mentre durante le stagioni di fioritura è aperto anche il sabato e la domenica per offrire a tutti uno spettacolo affascinante, gioia degli occhi e dello spirito.

Aprile 2010

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